Alex Britti ha deciso di raccontarsi, seduto in uno studio di registrazione nel cuore di Trastevere, in un’intervista sincera e diretta all’ANSA. Quando si è parlato di Sanremo, il cantautore romano non si è tirato indietro: “La realtà è che non mi vogliono. In questi anni ho mandato qualche canzone, ma niente. Evidentemente pago lo scotto di essere indipendente e di non avere alle spalle una major“.
Britti non partecipa al Festival della Canzone Italiana dal 2015 e non nasconde l’amarezza per una porta che sembra essergli chiusa in faccia. A tal proposito, ha spiegato: “È sempre più un Sanremo a circuito chiuso con pochi manager e poche case discografiche. Non ho merce di scambio e questo rallenta i processi“. A pesare, secondo Britti, è anche la sua identità artistica: “Essere cantautore, vecchio modello, non aiuta. Per me il cantautorato è quello degli anni Settanta, penso a De Gregori. Lucio Corsi è bravo, ma è un cantautore di oggi, molto Instagram: arriva prima il personaggio della musica. Io appartengo a un’altra generazione“.
Alex Britti e il suo punto di vista sulla musica attuale
Sanremo, però, non è l’unico palcoscenico: “Vivo lo stesso, e pure bene. Faccio un sacco di concerti, suono tanto. Ho ceduto un po’ di carriera per recuperare un po’ di vita personale“. Infatti, da ciò che si apprende, i progetti in corso sono tutt’altro che pochi. Alex sta lavorando a Feat.Pop, una rivisitazione del suo album simbolo It.Pop, che compie 27 anni. Con ironia, ha spiegato: “A festeggiare i 25 o i 30 sono bravi tutti, io festeggio il non-anniversario“.
I brani saranno tredici, reinterpretati in duetto con diversi colleghi: “Ho già contattato tutti quelli che vorrei avere con me, forse ci vorranno sei mesi o più, ma non ho fretta e soprattutto non ho niente da dimostrare“. I primi duetti usciti sono con Marco Mengoni (Oggi sono io) e Clementino (Solo una volta), quest’ultimo atteso anche sul palco delle Terme di Caracalla il 22 giugno per un concerto-evento: “Era l’unico palco che mi mancava a Roma“. L’artista ha ammesso che, per quella sera, gli piacerebbe avere Renato Zero perché è stato il primo che ha visto dal vivo e, per questo, gli ha mandato un messaggio per invitarlo: “Spero riesca a esserci!“.
Britti ha preferito non parlare delle questioni personali che l’hanno coinvolto negli ultimi giorni con l’ex moglie. Per cui, ha parlato solo della sua professione. Infatti, ha affermato di guardare con un certo disincanto al panorama musicale attuale. Facendo anche riferimento a ciò che è accaduto nelle vite di Sangiovanni e Angelina Mango, l’interprete di Mi piaci ha esposto il suo pensiero: “Oggi il primo palcoscenico è Instagram, si parte dalla cameretta e si arriva ai talent. Ma se vai all’università senza aver fatto le elementari, il Bignami non basta. Tanti ragazzi dopo un mese vengono dimenticati e finiscono in analisi“.
E anche sulle grandi ambizioni nel mondo della musica ha le idee chiare: “Se ti propongono lo stadio ti senti gratificato, ma bisogna saper dire di no. Se non lo riempi, ti fai male. Io rifiutai i palazzetti. Bisogna restare con i piedi per terra: le scorciatoie non portano a nulla“.
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