Continua il botta e risposta tra il Ministro Giuli e l’attore Elio Germano. Dopo i David di Donatello, Germano aveva criticato il rappresentante della Cultura del nostro Paese. Giuli aveva risposto parlando di “una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali, come il Quirinale, per cianciare in solitudine“.
Durante un evento al teatro Parenti di Milano, l’attore è tornato sulla questione: “Sentire una persona che dice che va tutto bene perché ora arriva Mel Gibson a Cinecittà sembrano, in maniera molto preoccupante, «ciance» in solitudine. Se Elio Germano fa una brutta figura ed è distaccato dalle cose che accadono, va bene. Ma se «ciancia in solitudine» il Ministro della Cultura è un problema per il Paese“. Infine, ha commentato la menzione personale da parte del Ministro: “Inquietante che un rappresentante della politica faccia nome e cognome di un cittadino“.
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Questa polemica è nata, soprattutto, a seguito dell’incontro svoltosi al Quirinale. Infatti, Geppi Cucciari e Elio Germano hanno punzecchiato Giuli, che pare non ha gradito affatto, sentendosi attaccato.
La risposta alle critiche mosse dai due, soprattutto da parte del vincitore dei David, hanno toccato il Ministro che non ha esitato a rispondere. Non condivide il fatto che vengano dati pochi meriti al suo lavoro e che anche il suo linguaggio venga deriso.
Giuli, durante l’evento Spazio-Cultura organizzato da Fratelli d’Italia a Firenze, ha detto: “Ci hanno descritti come i nemici giurati del cinema, ma la riforma del tax credit è nata su richiesta di tanti protagonisti del settore, piccoli, medi e grandi, che ci hanno chiesto di intervenire per porre fine a rendite e privilegi“. Giuli si riferisce ad una riforma richiesta dalle maestranze del mondo del cinema per aiutare il campo che sta subendo una profonda crisi.
Germano, in realtà, aveva criticato molto Giuli, secondo lui si impadroniva di meriti che non aveva. Ciò che lo aveva fatto innervosire era il modo in cui minimizzasse il tutto, mostrandosi con un’aria troppo festosa ed ignorando la grave crisi che sta attraversando il cinema italiano.
Giuli ha anche detto: “Al mondo del cinema stiamo dando una riconfigurazione, scusa Geppi Cucciari se uso la parola riconfigurazione, e si sentono attaccati nelle loro rendite da questa operazione verità che ci è stata chiesta dal mondo del cinema“.
Il ministro poi ha rincarato la dose, parlando nuovamente dei dati sorprendenti e migliorati, nell’ultimo anno. Ma la polemica, nata proprio la serata dei David e sostenuta anche da Pupi Avati, riguarda il poco interesse verso il cinema di nicchia e la poca possibilità per i giovani di investire e sperimentare in questo mondo.
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