L’unico film italiano in concorso a Cannes quest’anno è Fuori, firmato da Mario Martone, un’opera che si addentra nell’anima irregolare, visionaria e indomabile della scrittrice Goliarda Sapienza. Accanto a lui, Valeria Golino, protagonista e complice in un racconto che è molto più di una biografia: è il ritratto dell’estate del 1980.
La pellicola ricostruisce i giorni in cui Goliarda finisce brevemente in carcere per il furto di alcuni gioielli, venduti con un passaporto falso. Un gesto dettato dalla rabbia e dal desiderio di provocazione, in una Roma che non era soltanto quella degli Anni di Piombo, ma anche dei fermenti creativi, dell’avanguardia teatrale, dell’utopia e della sperimentazione.
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Fuori, le parole di Valeria Golino
Accanto a Golino, due giovani interpreti d’eccezione: Matilda De Angelis, che incarna una figura tormentata e vicina alla lotta armata, ed Elodie, in un ruolo inedito. Valeria Golino racconta di aver vissuto con loro un vero scontro generazionale: “Pensavo di essere come loro, invece no. Hanno un modo più libero di raccontarsi, io resto ancora legata a un certo bon ton del Novecento“.
Per Valeria Golino, Fuori è anche un ritorno personale. Dopo aver interpretato e prodotto L’arte della gioia, torna qui nelle vesti di attrice, dando corpo e voce a una figura che l’ha segnata profondamente. In un’intervista al Corriere della Sera, l’artista ha ricordato così la scrittrice: “Conobbi Goliarda a 18 anni, lei era più giovane di me oggi, ma mi sembrava già una signora anziana. Eppure, aveva la testa di una ragazza, era più curiosa di me. Ci vedevamo spesso, era la mia coach di linguaggio per Storia d’amore. Vorrei averla frequentata di più, è il mio rimpianto“.
Poi ha aggiunto: “Cercava la bellezza ovunque, diceva e si contraddiceva, una letteratura disordinata e piena di colpi di genio, aggraziata e scabrosa nei contenuti“.
Per cui, a Cannes, il Cinema Italiano ritrova la sua voce con una storia fuori dagli schemi.
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