“La perfezione è di Dio e siamo ad Assisi quindi possiamo solo auspicare che lui ci aiuti“. Queste le parole del Senatore Francesco Zaffini rispondendo ai microfoni de Il Difforme al Giubileo della Farmaceutica in corso nella città di San Francesco, alla domanda sul come poter migliorare uno dei nodi più spinosi a cui ogni governo in carica ha dovuto far fronte, ovvero il Sistema Sanitario Nazionale.
Facendo della controinformazione il proprio opus operandi, Zaffini non si focalizza necessariamente ed esclusivamente sulle mancanze e sui lati negativi della sanità pubblica italiana, bensì tende a porre l’accento su una delle caratteristiche unica al mondo del sistema: “curare senza chiedere soldi“. Difatti, come chiarito dallo stesso Presidente della Commissione Salute del Senato, il nostro Ssn eroga 2 milioni di prestazioni al giorno, a livello universale, senza quindi chiedere contributi economici al cittadino. Una unicità di cui bisogna essere fieri, un punto di inizio da cui sviluppare i lavori a seguire per rendere il Sistema Sanitario Nazionale più efficiente possibile.
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Obiettivo come quello alla base della terza edizione del Corso teorico Pratico “La Farmacia Clinica – Giubileo della farmaceutica, innovazione e buone pratiche nazionali“, dove il senatore di Fratelli d’Italia è intervenuto disegnando ai presenti le prospettive future della sanità pubblica italiana.
Riconoscendo e non negando gli “enormi problemi” che sussistono nell’Ssn, Zaffini ragiona su ciò che è effettivamente il Sistema Sanitario Nazionale. “Riusciamo erogare tutte le prestazioni che sono contenute nei livelli essenziali di assistenza a tutti?“, si chiede con retorica rispondendo con un sincero No in quanto sia “evidente che un sistema che si propone di essere universalistico dalla culla alla tomba e gratuito in qualche misura non ci arriva e allora rispetto a questo abbiamo bisogno di riforme importanti”.
In tal senso, quindi, una soluzione da intraprendere nonché possibile mossa per smuovere la questione, sarebbe attuare delle riforme nell’immediato. E così, nel paniere degli impegni delle istituzioni, Zaffini pone due riforme fondamentali per sanare le mancanze e aggiustare il tiro. Prima fra tutti, una rivalutazione delle professioni sanitarie, che permetta una divisione equilibrata dei compiti, in secondo luogo una revisione delle spese del settore affinché siano sostenibili dallo Stato italiano. “La spesa dell’Ssn è la seconda per importo dopo le pensioni, ma presenta margini di razionalizzazione e di affiancamento con il secondo pilastro della sanità integrativa”, ha scandito suggerendo un intervento tempestivo su queste due specifiche problematiche.
Il senatore Zaffini, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del Covid, si è concesso di esprimere anche una profezia immaginando il realizzarsi di altre future emergenze sanitarie. In tal senso, assicura che l’Italia sarebbe pronta ad affrontare una nuova pandemia, che sia essa, virale o batterica in quanto in possesso di un piano pandemico che si proietta fino al 2029. “Sappiamo che ci saranno ciclicamente nuovi episodi, come ormai tutta la società scientifica dice che accadrà“, contestualizza Zaffini ribadendo che ad oggi l’Italia sarebbe pronta su ogni fronte al contrario di come accadde con il Covid-19 del 2020.
“Eravamo totalmente impreparati e i risultati si sono visti – ricorda il senatore – L’Italia ha registrato da un lato il maggior numero di decessi e dall’altro in virtù delle chiusure assolutamente totali a cui il nostro sistema economico e commerciale è stato sottoposto abbiamo avuto il maggior importo di abbattimento di prodotto interno lordo“. Una condizione che a detta del commissario è stata “pagata cara sia in termini di decessi sia in termini economici“.
In sostanza, ciò che salterebbe agli occhi, è come le due situazioni avrebbero dovuto lavorare in modo inversamente proporzionale, in modo opposto, “cioè più chiudi e meno morti hai, più morti e meno hai tenuto libere le attività“. Ma, in Italia “siamo riusciti nel miracolo a fare peggio di tutti gli altri in tutti e due i fronti“, chiosa Zaffini rassicurando però che il piano pandemico a disposizione saprà dare direttive chiare e puntuali per i prossimi 4 anni.
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