Secondo i dati dell’Inail, la componente femminile – per i contagi da Covid-19 – supera quella maschile in tutte le regioni
Il 2022 ha visto 117.154 infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto dell’Inail, che pesano al momento per il 37,2% sul totale. Il 2020, con 149.025 casi, raccoglie il 47,3%, mentre il restante 15,5% (48.876 denunce) è concentrato nel 2021. A fare il punto della situazione sui contagi lavoro-correlati da nuovo Coronavirus è il 31esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail che conferma che gli 891 casi mortali denunciati sono concentrati quasi esclusivamente nei primi due anni della pandemia. Il 2020, infatti, raccoglie il 65,9% del totale (587 decessi), il 2021 il 33% (294) e il 2022 il restante 1,1% (10).
L’incidenza dell’infezione da Covid-19 nelle donne
La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con l’unica eccezione della Campania, dove l’incidenza delle donne è del 49,3%. L’età media dei lavoratori contagiati è di quarantasei anni per entrambi i sessi, con la fascia d’età 50-64 anni al primo posto con il 42% delle denunce, seguita dalle fasce 35-49 anni (36%), under 35 anni (19,9%) e over 64 anni (2,1%).
I maggiori incrementi percentuali rispetto alla rilevazione di fine ottobre sono stati registrati nelle province di La Spezia (+13,5%), Imperia (+8,0%), Latina (+7,3%), Brescia (+7,1%), Genova (+6,4%), Salerno (+5,8%), Caserta (+5,7%), Venezia (+5,6%), Rieti e Terni (+5,5% per entrambe). L’analisi per professione dell’infortunato conferma la prevalenza dei contagi sul lavoro tra il personale dell’ambito sanitario, coinvolto in circa i tre quarti del totale delle denunce, prima fra tutte la categoria dei tecnici della salute, con il 37,9% dei casi (in tre casi su quattro donne), l’82,3% dei quali concernenti gli infermieri.