I sindacati Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil Fpl Umbria affermano che si verificheranno problemi con le nuove gare di appalto
Il regolamento regionale n° 2 del 2022 – entrato in vigore da poco – rivede “in meglio” gli standard di assistenza socio-sanitaria per le strutture extraospedaliere territoriali, ma non prevede le necessarie risorse economiche per remunerare gli standard. A ribadirlo sono i sindacati Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil Fpl Umbria.
“L’andamento demografico della popolazione umbra, le conseguenze del post covid e le dinamiche socio-economiche incidono pesantemente sui bisogni sociali dei cittadini umbri – hanno spiegato Michele Agnani (Fp Cgil), Valerio Natili (Fisascat Cisl) e Monica Di Angelo (Uil Fpl) – Le prospettive prossime future ci disegnano un quadro in cui il bisogno di assistenza sarà ancora maggiore”.
Il problema delle gare di appalto nei servizi sociali
Con una popolazione di 859.572 residenti, di cui 228.082 sono over 65, e un indice di vecchiaia che è arrivato al 223,1, la società umbra (con una età media di 47,7 anni) ha i presupposti per determinare un aumento dei bisogni. Per i sindacati, la regione Umbria si muove con iniziative a spot, senza una visione di insieme che affronti le criticità attuali e quelle prossime.
Sono circa 9.000 gli addetti che operano nel settore, la maggior parte dei quali soci lavoratori di cooperative sociali, sottoposti a cambi di appalto che rimettono sempre in discussione le professionalità acquisite e i livelli salariali. Nelle gare di appalto si sperimentano sempre nuove formule per nascondere l’assegnazione del servizio a chi offre il massimo ribasso, gare in cui, a parità di risorse economiche messe a disposizione dal sistema pubblico, il bisogno di servizi è aumentato. Gare di appalto in cui alla fine il servizio è pagato da chi nel servizio ci lavora.