In Umbria il trend delle chiusure delle agenzie bancarie collima con quello degli sportelli bancomat, mentre tarda l’installazione di nuovi Pos
In base all’analisi di UIL dell’Umbria, nel 2022 è sceso il ricorso agli assegni bancari (-40%), circolari (-13,7%), delle RI.BA. (-18,8%), degli effetti cambiari. A crescere sono le transazioni con bonifici bancari (+25,1%), gli addebiti diretti in conto corrente (+18,5%), ma soprattutto le operazioni con carte di debito su POS (+74,5%).
La chiusura degli sportelli bancari in Umbria
I pagamenti POS sono incrementati del 55,9%, e collimano con la progressiva chiusura delle agenzie bancarie presenti sul territorio: “Trend in atto da diversi anni – afferma in una nota Uil Umbria – su 92 comuni umbri, ben 25 di essi sono ormai totalmente de-bancarizzati (il 27% del totale), con una situazione più grave in provincia di Terni dove si trovano ben dieci comuni senza agenzie (il 30%): Alviano, Arrone, Ferentillo, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Penna in Teverina, Polino e Porano”.
A Perugia sono quindici i comuni senza sportelli (il 25%). Tutto parrebbe “causa ed effetto, insieme ad altri fattori predisponenti, a condurre il sistema dei pagamenti verso una sempre maggiore digitalizzazione – continua la nota – con una spinta che però sembra provenire soprattutto dalle nuove preferenze dei cittadini, piuttosto che dalla crescita dei POS attivi in regione”. Infatti, in Italia, in un quinquennio i POS sono raddoppiati, passando dai 2,05 milioni di apparecchi ad oltre 4,14 milioni (+98%), mentre l’Umbria sembra “procedere con il freno a mano, in quanto si è saliti dai 45 mila apparecchi del 2016, agli attuali 68 mila circa, una percentuale di crescita minimale, se comparata con quella delle altre regioni italiane”.