Dopo gli eventi del 15 settembre, la giunta ha deciso di destinare contributi alla popolazione dell’Alto Chiascio. Il finanziamento arriverà dai fondi del bilancio regionale
La giunta regionale dell’Umbria, riunita lunedì mattina in una seduta straordinaria proposta dall’assessore alla Protezione civile Enrico Melasecche, ha deliberato le prime disposizioni per aiutare la popolazione dell’Alto Chiascio, maggiormente colpita dalla bomba d’acqua del 15 settembre. Per questo è stato stabilito di destinare, anticipando fondi del bilancio regionale, contributi a ristoro delle spese sostenute per ripristinare lo stato di normalità ai comuni di: Scheggia e Pascelupo, Pietralunga, Costacciaro, Gubbio e Montone.
Come arriveranno le somme
Le somme saranno erogate “a seguito di formale richiesta e quantificazione, quantificando la somma assegnata a ciascun comune in relazione alle disponibilità di bilancio tenuto conto di precedenti richieste pervenute in relazione ad altre emergenze”. La giunta ha preso atto della situazione di forte criticità che si è determinata nella zona dell’Alto Chiascio, in Umbria, e nelle Marche: dal forte impatto sul suolo, con centri abitati e aree rurali come bersagli e gravissimi danni su tutto il territorio, a movimenti franosi, esondazioni di corsi d’acqua con conseguenti allagamenti, gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie e ad edifici pubblici e privati, fino alla caduta di alberi di alto fusto con pericolo per l’incolumità.
La giunta ha preso atto della situazione di forte criticità che si è determinata nella zona dell’Alto Chiascio, in Umbria, e nelle Marche: dal forte impatto sul suolo, con centri abitati e aree rurali come bersagli e gravissimi danni su tutto il territorio, a movimenti franosi, esondazioni di corsi d’acqua con conseguenti allagamenti, gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie e ad edifici pubblici e privati, fino alla caduta di alberi di alto fusto con pericolo per l’incolumità.
Sono ancora in corso i sopralluoghi
Una situazione di forte criticità, per la quale la giunta ha dichiarato che “vi sono le condizioni per una richiesta dello stato di emergenza nazionale in conseguenza all’evento che ha colpito i territori di Umbria e Marche in data 15 settembre 2022”. Sono ancora in corso i sopralluoghi per la verifica e la quantificazione esatta dei danni, mentre il servizio regionale Protezione civile ed emergenze, d’intesa con il servizio Rischio idrogeologico, idraulico e sismico. Difesa del suolo, sta predisponendo la relazione complessiva nella quale vengono riportati dati dell’evento e perimetro delle aree umbre maggiormente colpite, con una prima stima dei danni.
Un esempio pratico
Un esempio del perché questi contributi sono importantissimi: per rispristinare le condizioni di sicurezza nel reticolo idrografico e per la corretta regimazione dei corsi d’acqua, ad esempio, è necessario stanziare fondi. Dalla ricognizione, per quanto possibile, del reticolo idraulico, con particolare attenzione ai 7 torrenti che manifestavano criticità a un tratto del Tevere, è stata infatti rilevata una situazione di estrema gravità dei corsi: Torrente Carpinella (attualmente quasi completamente ostruito), per una lunghezza di 19 km; Torrente Carpina (gravi ostruzioni a tratti), per 28 km; Torrente Assino (presenti frequenti ostruzioni), per una lunghezza di 24 chilometri. Nel complesso, si ipotizza di dover intervenire su una lunghezza di corsi d’acqua pari a circa 100 chilometri, ragion per cui il servizio Rischio Idrogeologico, idraulico e sismico ha già attivato alcuni interventi di somma urgenza affidati all’Agenzia Forestale Regionale (AFOR). La giunta ha inoltre preso atto delle note arrivate da parte dei comuni di Scheggia e Pascelupo, Pietralunga, Costacciaro, Gubbio e Montone, con le quali è stato richiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale.