La Bulgaria blocca l’apertura dei negoziati di adesione di Macedonia del Nord e Albania. Il primo ministro albanese ha definito il veto una «vergogna». La presidente Metsola ha definito questa giornata come storica: «Daremo lo status di paese candidato all’Ucraina»
Giornate decisive per il futuro e l’allargamento dell’Ue. Nel pomeriggio di giovedì i 27 paesi membri hanno dato il via al Consiglio europeo per discutere di molteplici questioni. Tra i temi più importanti sul tavolo: il futuro dell’Ue, la guerra, e l’adesione di Ucraina, Moldavia e Georgia come paesi candidati.
Sempre a Bruxelles, c’è stato il vertice tra Ue e Balcani per parlare di cooperazione, politica comune, allineamento dei valori condivisi e altri temi che legano l’Unione ai sei paesi dei Balcani occidentali presenti al summit. Come ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: «C’è una concreta volontà politica di rivitalizzare il processo con i Balcani». In un momento in cui ci siamo accorti di quanto siano importanti le relazioni internazionali per proteggerci da minacce esterne. Il vertice di questa mattina, tuttavia, non è stato positivo per tutti i paesi. A proposito di espansione dell’Ue, la Bulgaria blocca l’apertura dei negoziati di adesione alla Macedonia del Nord e all’Albania.
Il veto della Bulgaria su Macedonia del Nord e Albania, commenta il ministro albanese: «Una vergogna»
L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari Esteri e la politica di Sicurezza, Josep Borell, ha parlato proprio per questo motivo di delusione. «L’unanimità è un grande problema» ha affermato, a proposito del ‘capriccio’ della Bulgaria. Parole più confortanti quelle del presidente del Consiglio europeo Michel che ha dichiarato: «Ci sono discussioni in corso in Bulgaria, stiamo seguendo da vicino la situazione». Il veto che blocca Albania e Macedonia del Nord è dovuto ad una disputa identitaria che Sofia ha con Skopje. A Bruxelles, dunque, ora si punta a sbloccare l’opposizione del paese contrario per poi poter procedere con i negoziati.
A commentare la questione il primo ministro dell’Albania, Edi Rama, che ha definito il blocco all’avvio dei negoziati una ‘vergogna’ affermando che: «Putin è malato, ma non sembra che l’Europa sia in salute. Fa bene e fa male stare qui. Bene, perché siamo europei, male perché siamo ospiti in una casa divisa ed è molto preoccupante».
Al via al Consiglio europeo: «Giornata storica per Europa e Ucraina», afferma Metsola
Dopo una mattinata difficile in cui i leader hanno dovuto discutere di questioni ‘problematiche’ Il pomeriggio sembra proiettarsi più positivo per Bruxelles. Perlomeno arrivano parole ottimiste dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che definisce la giornata di oggi come ‘storica’: «Daremo lo status di paese candidato all’Ucraina, cosa che il Parlamento Europeo ha chiesto sin dall’inizio della brutale guerra scatenata dalla Russia». Il parlamento ha approvato con 529 voti a favore, 45 contrari e 14 astenuti la relazione in cui si chiede di concedere immediatamente lo status di candidato all’Ue all’Ucraina e alla Moldavia. La Georgia dovrà completare prima delle riforme necessarie dato che si trova indietro rispetto gli altri due paesi per poter fare ingresso nella famiglia europea. La presidente Metsola, inoltre, ha anche dichiarato di essere preoccupata per il futuro: «Sulle forniture di gas abbiamo bisogno di trovare soluzioni nell’immediato e non solo nel breve e medio termine. Nei prossimi mesi sarà molto difficile, siamo preoccupati di dover affrontare diciamo un inverno molto costoso e difficile da un punto di vista energetico-poi puntualizza: ci saranno decisioni da prendere- non solo politicamente, ma anche rispetto alla dipendenza energetica».
Dunque, molteplici gli argomenti discussi da questa mattina ma l’agenda è ancora densa di questioni di cui parlare. L’Europa, ma non solo, guarda a Bruxelles.