Il neoministro mostra segni di ammirazione verso il suo predecessore, che durante il quarto governo Berlusconi operò la famosa riforma contro i “fannulloni” della pubblica amministrazione
Paolo Zangrillo, neoministro alla Pubblica Amministrazione, ha idee chiare sul suo lavoro: modernizzazione, digitalizzazione e semplificazione di accesso per la gestione delle pratiche statali. Il modello a cui ispirarsi, per l’ex deputato, è la riforma di Renato Brunetta, suo predecessore al Ministero, autore della famosa legge contro i “fannulloni” della pubblica amministrazione.
“C’è da salvare tutto quello che ha fatto Brunetta”, ammette Zangrillo in un’intervista rilasciata a “Radio 24”. Nel cambiamento operato dall’ex membro di Forza Italia, secondo il neoministro, c’è tutto quello che la pubblica amministrazione deve avere per diventare uno dei motori di sviluppo del Paese.
Ma poi, Zangrillo si distacca dalla definizione data proprio da Brunetta dei “fannulloni” italiani. Dice, infatti, il ministro: “Sono dispiaciuto quando sento parlare di fannulloni o di persone che stanno a scaldare la sedia. Ho incontrato i dirigenti, ho trovato persone appassionate e di grande professionalità”.
Punto di grande rilevanza è il dialogo con il sindacato, per far comprendere le proposte fatte e per migliorare il contesto nel quale l’Italia oggi vive. L’obiettivo? “La pubblica amministrazione deve puntare alla valorizzazione del suo capitale umano”, sostiene Zangrillo.
A tal proposito bisogna distaccarsi dalla narrazione secondo cui la gestione statale sia un enorme “carrozzone”. Personalità di grande spessore operano nel settore pubblico alle quali, secondo Zangrillo, va restituito “l’orgoglio di lavorare nella PA”.
Pubblica amministrazione e smart working: si può fare
La pandemia ci ha abituati a ritmi lavorativi ben diversi. Far funzionare lo smart working nella pubblica amministrazione, tuttavia, rappresenta una sfida con un livello di difficoltà maggiore.
Secondo il nuovo ministro è un prova che l’Italia è in grado di sostenere, basta semplicemente passare dalla “logica del controllo a quella della verifica del risultato”.
Quel che è certo, è che gli ultimi due anni e mezzo hanno portato grossi cambiamenti nel modo di affrontare il lavoro. Secondo Zangrillo è proprio con la pandemia che il numero di impiegati che operavano in smart working è passato da 500mila a 5 milioni, con l’apertura di nuovi scenari.
“Questo strumento può funzionare. Pensare che vi si possa rinunciare significherebbe confermare che la pubblica amministrazione sia diversa dalle altre organizzazioni”, chiude il ministro.
Parole di stima verso Meloni
Zangrillo passa poi a incensare la nuova premier e l’operato svolto fin ora nel costruire la nuova squadra di governo. Giorgia Meloni ha richiamato tutti al senso di responsabilità in un momento così complicato e difficile per la nazione, ammette il ministro Zangrillo.
“Testa bassa e lavorare”, è il leitmotiv del governo Meloni. “Se vogliamo produrre risultati dobbiamo essere capaci di fare squadra e fare squadra significa rinunciare a qualche obiettivo individuale ed essere generosi e lavorare insieme agli altri”, spiega il vertice della Pubblica Amministrazione.