Il prossimo 12 giugno in Sicilia si vota in 26 capoluoghi di provincia. PD e M5S investono sulla loro alleanza e il leader Dem garantisce impegno nel far funzionare l’accordo
Il prossimo 12 giugno in Sicilia si vota in 26 capoluoghi di provincia. PD e M5S investono sulla loro alleanza e il leader Dem garantisce impegno nel far funzionare l’accordo.
Nelle amministrative del 2017 – come ricorda l’ex presidente del consiglio al forum ANSA – il PD non ottenne buoni risultati, «era isolato e scelse l’autosufficienza, non fece coalizione non so se perché non riuscì o non volle». Ora il Partito Democratico amplia le sue vedute, «è un partito contrario all’idea dell’autosufficienza, vuole creare coalizioni democratiche, progressiste, basate sui principi di solidarietà e che possono tenere insieme forze per un campo largo», sottolinea il segretario. Quello in Sicilia «sarà un test per verificare se l’idea del campo largo rende per noi cose migliori» e il confronto sarà con le elezioni del 2017 in cui dei 26 capoluoghi «19 furono vinti dal centro destra, uno andò a un civico che fu Pizzarotti a Parma e 6 dal centrosinistra».
Si punta molto su questa tornata elettorale: «una regione amministrata male dal centrodestra su stessa ammissione di alcuni esponenti del centrodestra, noi abbiamo la possibilità e la responsabilità di offrire una alternativa non estemporanea», ribadisce Enrico Letta.
Anche se si sta cercando tuttora un accordo sull’organizzazione delle primarie «ci approcciamo a questa vicenda con delicatezza per trovarci a metà strada con i 5 Stelle. Io sono molto affezionato alle primarie dei gazebo, primarie con una partecipazione fisica, ma anche quelle on line sono da utilizzare».
Il leader del Partito Democratico ha posto l’accento anche sull’importanza di avere più sindaci donna: «Le quote rosa funzionano in Italia, ma quando si tratta di scegliere una carica monocratica non funzionano», ha chiosato in modo pragmatico.