Volkswagen, uno dei colossi nella produzione di automobili nel mondo, sta affrontando una delle peggiori crisi economiche della sua storia. Il consiglio di fabbrica, dunque, si trova davanti ad una situazione catastrofica e ad una serie di decisioni complesse da prendere e soprattutto da comunicare ai dipendenti dell’azienda tedesca. Circa 120mila lavoratori vivono ormai da mesi nell’incertezza, consapevoli delle difficoltà che Volkswagen sta vivendo e intimoriti dalla possibilità di perdere il proprio posto di lavoro.
Purtroppo per alcuni di essi sembrerebbe che questo incubo possa trasformarsi in realtà. L’azienda di produzione di auto tedesca ha infatti annunciato la sua intenzione di chiudere tre delle dieci fabbriche del Paese, al fine di risparmiare almeno 4miliardi di euro che potrebbero rivelarsi fondamentali per il bilancio dell’azienda. Tali chiusure, però, significherebbero anche il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori e la rottura definitiva del programma di sicurezza del lavoro, in vigore da 30 anni e cancellato dall’azienda lo scorso settembre.
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Il governo tedesco, interpellato sulla questione, ha dichiarato di essere consapevole delle difficoltà che Volkswagen si trova ad affrontare ed ha sottolineato la presenza di un dialogo costante con i vertici dell’azienda e anche con i dipendenti. Il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Buechner, ha poi dichiarato che al momento “non ci sono notizie ufficiali“, per cui il governo è in attesa che l’azienda di produzione di automobili chiarisca.
Volkswagen, Urso: “Questo dimostra che non si può attendere il 2027“
Le decisioni del colosso Volkswagen sono state prontamente commentate dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ormai da mesi continua a mettere pressioni all’Unione europea affinché si possa anticipare la discussione sullo stop al motore endotermico previsto per il 2035. “Non c’è tempo da perdere. Non si può aspettare la fine del 2026, come previsto dal regolamento sui veicoli leggeri, per esaminare quello che è accaduto ed eventualmente modificare la rotta” ha infatti dichiarato il ministro, ricordando come l’Italia per prima abbia riconosciuto che la strada intrapresa fosse sbagliata.

“Chi è che per prima ha detto che in Italia e in Europa la strada è sbagliata? Il governo di Giorgia Meloni. E ora i dati, anche i dati della Germania, di quella che è la potenza automobilistica europea, ci danno purtroppo ragione” ha dichiarato fieramente Urso, poco prima di lanciare l’ennesimo allarme: “Dobbiamo anticipare le clausole, perché altrimenti alla fine del percorso, nel 2035, non avremo un’industria net zero, avremo zero industria in Europa“.
Volkswagen, previsti anche tagli agli stipendi
La chiusura dei tre stabilimenti non sarebbe l’unica novità su cui Volkwagen starebbe lavorando. Il gruppo avrebbe infatti delineato i piani di ristrutturazione per il suo marchio principale, VW, e starebbe quindi valutando la possibilità di mettere mano agli stipendi dei lavoratori. Mentre il principale sindacato dell’azienda combatte da mesi per avere stipendi più vantaggiosi per i lavoratori tedeschi, sembrerebbe che Volkswagen stia prendendo in considerazione la possibilità di operare dei tagli sugli stipendi.
Si prevede quindi un decurtamento di circa il 10% dei salari, oltre al congelamento di questi ultimi per gli anni 2025 e 2026. Al momento non vi sarebbe una certezza su queste possibilità, poiché tali notizie sarebbero trapelate da fonti interne che avrebbero partecipato alle riunioni del Consiglio dell’azienda. Secondo queste stesse fonti, inoltre, la dirigenza di Volkswagen vorrebbe anche ridurre i bonus riservati alla fascia salariale più alta e quelli legati all’anzianità. Alcune voci riportate dal quotidiano Bild avrebbero confermato che i tagli agli stipendi potrebbero essere più alti di quanto previsto, poiché comprenderebbero anche l’eliminazione dell’indennità mensile di 167 euro.
L’azienda, quindi, starebbe tentando di rimediare alle perdite con sacrifici riguardanti i dipendenti e le strutture nel Paese. Volkswagen al momento avrebbe 10 stabilimenti in funzione in Germania, di cui cui sei in Bassa Sassonia, tre in Sassonia e uno in Assia. Lo stabilimento che potrebbe chiudere per primo, secondo le informazioni trapelate in queste ore, sarebbe quello di Osnabrueck, che di recente ha perso una commessa sperata da Porsche.
Il sindacato Ig Metall: “Inaccettabili i piani di chiusura“
Il sindacato Ig Metall ha immediatamente commentato la notizia della presunta chiusura di tre stabilimenti Volkswagen in Germania, dichiarando che la decisione del Consiglio di fabbrica può essere considerata “una profonda pugnalata al cuore dei lavoratori” e sostenendo che i piani di chiusura sono da considerare “inaccettabili“. Il sindacato non avrebbe intenzione di accettare la chiusura degli stabilimenti e avrebbe quindi avvertito l’azienda delle possibili conseguenze a cui potrebbe andare incontro.
“Ci aspettiamo che Volkswagen e il suo consiglio di amministrazione delineino concetti validi per il futuro al tavolo delle trattative, invece di fantasticare sui tagli ai posti di lavoro, dove la parte datoriale ha finora presentato poco più che frasi vuote” ha infatti dichiarato il sindacato, ricordando come il prossimo mercoledì sia già prevista una riunione per discutere di possibili aumenti agli stipendi dei lavoratori. Ig Metall ha quindi sostenuto che se in sede di riunione Volkswagen confermerà le sue intenzioni, allora “il consiglio d’amministrazione dovrà aspettarsi le dovute conseguenze da parte nostra“.
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