Vittimberga (INPS): “Dati evidenziano mercato di lavoro in crescita e occupazione di qualità”

La direttrice dell'INPS parla con positività della situazione odierna del mercato del lavoro e della situazione pensioni, puntualizzando che il governo si sta impegnando anche a migliorare la situazione delle donne madri lavoratrici

Redazione
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La direttrice generale dell’INPS Valeria Vittimberga è stata intervistata da Il Sole 24 ore, a cui ha parlato dei dati positivi dei primi 6 mesi del 2024 che mostrano che il mercato del lavoro è in crescita ed evidenziano un’occupazione di qualità. Questi dati rappresentano per la direttrice “un elemento di forte riequilibrio per il sistema previdenziale” che appare quindi “sostenibile“. Vittimberga ha inoltre dichiarato che “sono fondamentali le politiche di sostegno del lavoro femminile, l’educazione previdenziale dei giovani e il contrasto al lavoro nero”.

La direttrice generale dell'INPS Valeria Vittimberga
La direttrice generale dell’INPS Valeria Vittimberga

L’intervista a Vittimberga

Riguardo al rapporto annuale dell’INPS, che è stato presentato pochi giorni fa, Vittimberga afferma di vederlo come un’occasione per fare i conti con le grandi sfide sistemiche come l’invecchiamento della popolazione, la situazione demografica, che non appare positiva in Italia, e le trasformazioni strutturali del mondo del lavoro. Queste sfide devono essere affrontate con realismo e tenendo conto dei feedback delle politiche governative ideate per contrastarne gli effetti negativi.

Il rapporto mostra che nel 2023 gli assicurati raggiunti sono arrivati a 26,6 milioni, dato positivo perché segna un’espansione della base occupazionale e contributiva. E positivi sono anche i dati dei primi 6 mesi del 2024 che confermano la crescita del mercato di lavoro.

A chi pensa sia solo una crescita momentanea, la direttrice dell’Istituto di previdenza assicura che si tratta di occupazione di qualità, soprattutto a tempo indeterminato, frutto anche degli investimenti in politiche attive del lavoro. Questa per Vittimberga costituisce un “elemento di forte riequilibrio per il sistema previdenziale“. Aggiunge inoltre che per l’INPS è importante elevare il livello di cultura previdenziale e rendere consapevoli sin dall’età scolastica i futuri lavoratori dei diritti legati al mondo del lavoro e delle opportunità offerte dalla previdenza complementare.

Per la manager dell’Istituto di previdenza, il modo migliore per contrastare il lavoro in nero è agire in modo mirato per estirpare i fenomeni criminosi e supportare la compliance – conformità a determinate leggi – della grande maggioranza delle imprese. È inoltre importante il lavoro del governo sul rafforzamento della contrattazione collettiva, l’accordo tra un datore di lavoro e un’organizzazione di lavoratori, per chiarire il trattamento minimo garantito e le condizioni di lavoro.

Alla domanda riguardo al rischio che il sistema non tenga, a causa del fatto che in Ue l’età media per la pensione è di 64,2 anni e nel 2040 è atteso un picco di spesa del 17% sul Pil, Vittimberga risponde: “Quando si parla di sostenibilità, occorrerebbe tener conto che siamo nel pieno dello smaltimento gobba pensionistica dovuta all’uscita dal mondo del lavoro dei baby boomers”. Il problema sarà risolto con la piena implementazione del sistema contributivo.

In Italia l’età media dei pensionati è di 64,6 anni, una stima tra i pensionati anticipati (61,5 anni)e i pensionati di vecchiaia (67,5 anni). Questi sono dati in linea con l’Ue, nonostante l’Italia abbia un’età di pensionamento legale di 67 anni, molto più lontana dalla media europea.

Ma per la direttrice, il tasso di conversione tra retribuzione e pensione è un elemento sopravvalutato, ciò che è importante invece, è “l’adeguatezza della retribuzione e la continuità contributiva nell’intero arco della vita lavorativa, perché la pensione si baserà sui contributi versati”. Importante è anche mantenere il potere di acquisto dei pensionati che genera a sua volta spesa in consumi che alimenta il sistema economico.

I dati sulla situazione delle donne, soprattutto madri, lavoratrici e pensionate continuano però a mostrare un certo livello di penalizzazione rispetto agli uomini. Vittimberga commenta questi dati sostenendo che sono il risultato di decenni di disattenzione sui temi della denatalità, ma è convinta che possano anche offrire una prova del buon impatto dell’attenzione che il governo odierno sta dando a questi temi, promuovendo un diverso modello culturale e con le nuove prestazioni per le famiglie, come l’Assegno unico e universale, il Bonus nido, il congedo parentale e gli sgravi per l’assunzione di lavoratrici madri. Tutto questo agevola l’entrata nel mondo del lavoro, la continuità dei rapporti, la non discriminazione del ruolo di madre e il riequilibrio dei carichi familiari.

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