Un voto unanime per avallare definitivamente la legge contro la violenza sulle donne, con annessa standing ovation dei senatori. La telefonata di Elly Schlein a Giorgia Meloni per concretizzare le loro promesse di collaborazione nel contrasto a quello che, ancora ieri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito “un ignobile fenomeno“.
La disponibilità della sinistra, che non ha presentato emendamenti per favorire un rapido via libera del provvedimento; la serenità della maggioranza, che ha votato tre ordini del giorno presentati dal partito di Elly Schlein, di cui avevano parlato al telefono la segretaria e la premier.
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Per dipiù, l’inclusione dei fondi nella manovra per rendere primario il Fondo per il “reddito di libertà” per le donne vittime di violenza. Dunque, come ha affermato Eugenia Roccella, la ministra che ha firmato il testo, “ci sono tutti gli elementi per parlare di un passo importante e di una bella pagina scritta insieme“.
Le immancabili polemiche
Non mancano però le polemiche per l’aula quasi deserta durante la discussione generale, con la foto dei banchi vuoti a Palazzo Madama messa sui social dalla senatrice dem Susanna Camusso e condivisa da altri senatori migliaia di volte. Poi gli scontri tra maggioranza e opposizione, sul tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole: è stato bocciato l’ordine del giorno unitario delle opposizioni, che ne chiedeva l’inserimento nei programmi di scuola.
Violenza sulle donne, obiettivo: trovare terreno comune su prevenzione violenza
“Apprezzo il segnale che ha dato la maggioranza – afferma Schlein evidenziando dunque la parte positiva – il parere favorevole all’ordine del giorno che chiede di mettere risorse per la formazione degli operatori e a quello che chiede di calendarizzare in tempi rapidi le proposte di legge che insistono sulla prevenzione, compreso il nostro sull’educazione all’affettività”. E dal Pd hanno ha evidenziato come la chiacchierata tra la dem e Meloni “sia stata dettata dalla volontà di trovare un terreno comune per far fare un passo avanti all’Italia sulla prevenzione della violenza di genere“.
All’interno della nuova legge troviamo norme che mirano a potenziare la “prevenzione secondaria“, ovvero quella che si esercita dopo la denuncia della violenza, che prevede la velocizzazione dell’analisi delle misure cautelari da parte dei magistrati: si dovrà dunque decidere entro mese, aprendo tali misure anche ai “reati spia”, come lo stalking o il revenge porn.
Dal braccialetto elettronico al divieto di avvicinamento
Poi le novità col bracciato elettronico, con l’accertamento tecnico del funzionamento, se agli arresti domiciliari, e il prolungamento della sorveglianza o il trasferimento in carcere in caso di manomissione. Inoltre, l’ampliamento del divieto di avvicinamento alla vittima e l’arresto in flagranza differita entro le 48 ore dal fatto. “Sappiamo che una legge non basta – spiega Roccella – ma le misure introdotte possono davvero salvare vite, anche se non tutte”.
Le parole di Mana e le divergenze sul tema educazione
Sul campo dell’educazione, dell’impegno per un cambiamento a livello culturale, emergono dure e profonde divergenze: “Non siamo favorevoli a cose strane fatte da drag queen nelle scuole“, avverte, a un certo punto del dibattito, il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia Lucio Malan, scatenando la bufera tra banchi delle opposizioni.
Scompare in un istante l’atmosfera bipartisan e La Russa arranca per riportare la tranquillità apparente che c’era prima. D’altra parte, proprio Malan è il primo firmatario dell’odg approvato dalla maggioranza, che impegna il governo a inserire nei “programmi scolastici, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo sentimentale, che renda gli individui più consapevoli delle proprie emozioni e azioni”.
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