Vannacci: “Se abbiamo trattato con Stalin possiamo farlo anche con Putin”

Redazione
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Il generale ed europarlamentare Roberto Vannacci, eletto nelle fila della Lega, ha lanciato un appello deciso per avviare negoziati di pace riguardanti il conflitto in Ucraina. In un’intervista al quotidiano Libero, Vannacci ha espresso il suo scetticismo sui risultati raggiunti finora e ha criticato la strategia adottata dall’Occidente. “Dopo due anni e mezzo non si è raggiunto nessun risultato favorevole all’Ucraina e all’Europa, e il prezzo della guerra lo stiamo pagando noi,” ha affermato. “È giunto il momento di cercare la pace attraverso la negoziazione.”

Vannacci ha sottolineato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, negoziare è sempre possibile. “Non bisogna dare retta a chi dice che negoziare è impossibile in questo momento. Per esperienza, negoziare è sempre possibile, basta stabilire il prezzo”, ha dichiarato, aggiungendo che la cosiddetta ‘pace giusta’ è un concetto ingannevole. “La pace giusta non è mai esistita nella storia dell’umanità. È esistita solo la pace dei vincitori, che non è mai giusta.”

Il generale ha inoltre espresso preoccupazione per le conseguenze potenzialmente catastrofiche di un prolungamento del conflitto. “Se vogliamo evitare che la pace dei vincitori si trasformi in un olocausto termonucleare, dobbiamo raggiungere una pace ragionevole oggi. Basta armi, missili, cannoni. Sediamoci a un tavolo e ragioniamo per far terminare morte, distruzione e regressione economica“, ha esortato.

Vannacci ha anche evocato il precedente storico delle trattative con Stalin per garantire decenni di pace e prosperità in Europa, domandandosi perché non si possa adottare un approccio simile nei confronti di Vladimir Putin. “Se le potenze occidentali hanno trattato con Stalin per garantire 50 anni di pace e prosperità, non capisco perché non possano farlo con Putin per gli stessi scopi”, ha concluso.

Vannacci su Egonu e Giochi Olimpici: “Nessun insulto, ma rispetto per i valori dello sport”

Durante l’intervista, Vannacci è tornato a parlare di Paola Egonu, capitana della nazionale italiana di pallavolo, ribadendo che i suoi commenti precedenti non avevano intenti discriminatori. “Ho sempre detto che Egonu è una grandissima campionessa, ma non ho mai detto che non è italiana o che non possa rappresentare l’Italia. Ho solo sottolineato che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità classica, che è un’evidenza,” ha chiarito. Vannacci ha espresso il suo rispetto per Egonu, dicendo che è contento per il suo successo e che le chiederà un autografo alla prima occasione.

Infine, Vannacci ha criticato aspramente la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, sostenendo che non ha rappresentato i valori fondamentali dello sport come lealtà, onore e patriottismo. “Ho visto solo mancanza di rispetto verso la cristianità“, ha commentato, manifestando anche perplessità riguardo alla gestione dei boxeur intersessuali da parte del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), accusandolo di essere politicizzato e di non aver garantito una competizione ad armi pari.

L’impegno politico di Vannacci in Europa: “Un campo di battaglia complesso”

Vannacci ha poi parlato della sua nuova esperienza come europarlamentare, definendo l’Unione Europea un “gran baraccone” dalle dinamiche difficili da comprendere, ma ha dichiarato che si impegnerà a fondo per sfruttarne le vulnerabilità e influenzare l’agenda politica. “Il mio posto oggi è nella Lega, e mi impegnerò per dare ai nostri figli un futuro migliore”, ha affermato, promettendo di non mollare nella sua battaglia per un’Europa più sicura e stabile.

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