Vannacci all’Eurocamera: “Farò una ferrea opposizione al Green deal”

"Farò una ferrea opposizione all'obbligo delle auto elettriche e all'abbandono dei campi" ha sottolineato Vannacci, evidenziando come il Green deal stia "sottraendo capitali privati in nome di un'ideologia"

Redazione
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Il generale Roberto Vannacci, eletto eurodeputato al Parlamento Ue, ha le idee chiare su quello che sarà il suo percorso a Bruxelles per i prossimi cinque anni. Opposizione alla linea Von der Leyen, attenzione agli interessi italiani, contrarietà alla riforma del Green deal e soprattutto un’attenzione particolare a far sapere ai suoi elettori cosa succede veramente in Europa. “Informerò giornalmente tutti gli elettori, e non solo i miei, su tutto quello che succede” ha infatti dichiarato il generale alla trasmissione radiofonica del Giornale radio, Spin doctor, sottolineando che il suo obiettivo è “far capire a chi ha votato Ursula von der Leyen quello che sta facendo e che farà in futuro” perché “è bene che sappiano“.

La popolarità che ha incoronato Vannacci in Italia, però, sembra non averlo seguito a Bruxelles. Il generale la scorsa settimana era stato eletto per acclamazione vicepresidente del gruppo dei Patrioti, una coalizione europea di ultradestra al cui interno risiedono la Lega, il Rassemblement National di Marine Le Pen, Fidesz di Viktor Orban e molti altri. Subito dopo l’annuncio, però, i 30 eurodeputati francesi hanno espresso la loro contrarietà all’elezione di Vannacci, ritenuto lontano dagli ideali di partito e soprattutto pericoloso per il percorso politico del partito in Francia.

Matteo Salvini
Matteo Salvini, leader della Lega

Un duro colpo per il generale che è stato dunque sollevato dal suo ruolo. Una decisione ben digerita ed accettata, nell’ottica di poter avere un nuovo ruolo, magari anche più importante. Lo ha confermato oggi stesso Matteo Salvini, leader della Lega, che ha dichiarato: “Sistemeremo tutto. Roberto Vannacci è stato il secondo più votato in tutta Italia, il primo in casa Lega, avrà il ruolo importante che merita“. Il vicepremier ha poi aggiunto che i Patrioti sono il terzo gruppo per numero di deputato nel Parlamento Ue e per questo “conteranno sempre di più“.

Vannacci: “Non sono un pericolo per Giorgia Meloni

Roberto Vannacci ha voluto sottolineare come la sua elezione in Europa e allo stesso tempo l’entrata della Lega all’interno del gruppo dei Patrioti non rappresentano dei tentativi di indebolire il Presidente del Consiglio, che presiede il gruppo dei Conservatori. “Io non rappresento un pericolo per Meloni ma una novità nella scena politica italiana” ha infatti dichiarato il generale, sostenendo di essere stato votato “dai delusi“, stanchi di vedere un’Europa instabile. Il candidato indipendente della Lega ha sostenuto che secondo lui gli elettori hanno visto in lui “una persona che dice magari cose banali ma ho il coraggio di dirle“.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Incalzato dai presenti, Vannacci ha sostenuto che i suoi elettori non lo hanno votato perché pensavano fosse xenofobo e razzista: “L’omofobia è una patologia, mentre il razzismo è la credenza di una superiorità genetica e questo fenomeno non esiste in Italia. Dire che una persona è nera è il riconoscimento di una diversità“.

Vannacci: “Farò una ferrea opposizione al Green deal

Il generale ha poi spiegato quale sarà il suo obiettivo principale a Bruxelles, sostenendo di voler bloccare la riforma del Green deal per evitare che i cittadini italiani siano costretti a pagare sulla loro pelle le conseguenze di queste modifiche. “Farò una ferrea opposizione all’obbligo delle auto elettriche e all’abbandono dei campi” ha sottolineato Vannacci, evidenziando come il Green deal stia “sottraendo capitali privati in nome di un’ideologia“.

Trattando invece tematiche di politica interna, l’eurodeputato della Lega ha voluto commentare la riforma del premierato, dicendosi favorevole all’elezione diretta del Presidente del Consiglio. “È un passo in avanti e un adattamento della democrazia – e non parlo di quella francese dove il presidente è quasi un dittatore – ma parlo di una figura eletta da popolo, espressione del popolo e con tutti i poteri che il popolo gli conferisce” ha affermato Vannacci, sostenendo che questa potrebbe essere la strada verso una democrazia efficace e rapida che si possa adattare ai cambiamenti in atto.

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