Il generale Roberto Vannacci, autore del libro “Il mondo al contrario” ed eurodeputato della Lega a Bruxelles, ha dissipato tutti i dubbi su una possibile frattura tra lui e il partito, partecipando alla Festa della Lega a Pontida, città natale del partito di Matteo Salvini. Vannacci è salito sul palco con la solita convinzione che lo caratterizza e ha riproposto alcuni dei suoi cavalli di battaglia: contrarietà al lavoro di Ursula Von der Leyen, esortazione all’Italia a prendere posizioni più decise e concrete e attacchi verso argomenti delicati e complessi come quello dell’identità di genere.
Vannacci ha nuovamente affrontato il caso della pugile Imane Khelif, accusata di non poter partecipare alle Olimpiadi perché favorita fisicamente da questioni ormonali, appiattendo il tutto su una questione sportiva ed esortando il Cio a riprendere la consuetudine di svolgere esami genetici sugli atleti in gara. Per quanto riguarda Von der Leyen, Vannacci ha ricordato nuovamente la sua carriera militare, criticando il doppiopesismo con cui la presidente della Commissione Ue avrebbe affrontato il conflitto russo ucraino e quello in Medio Oriente.
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Al centro dell’intervista a Pontida, però, c’è stata la volontà di Vannacci di chiarire le sue intenzioni. “Non so cosa succederà in futuro, da buon incursore mi tengo aperte tutte le strade, ma oggi il mio posto è nella Lega” ha dichiarato il generale, aggiungendo: “Sono stato candidato, per quanto indipendente, nella Lega e sono stato eletto nelle file della Lega. E questo è il futuro che vede la mia attività politica“. Nessuna volontà per ora di fondare un nuovo partito e nessuna frattura nei confronti degli altri esponenti della Lega, almeno secondo le parole di Vannacci.
Vannacci: “Von der Leyen mente, non esiste pace giusta“
Subito dopo aver ricordato come la sua figura sia stata scelta dalla Lega per vicinanza di pensiero e ideologia, Vannacci ha dato inizio agli attacchi contro l’Unione europea e in particolare contro la presidente della Commissione Ue. “Ho sentito Von der Leyen e il suo doppiopesismo – ha dichiarato il generale – per l’Ucraina dice che bisogna combattere fino alla vittoria, dimenticandosi di definire quale e quando sarà la vittoria. Quando i carri ucraini sfileranno sulla piazza Rossa di Mosca?“.
Secondo il generale, che ha sottolineato i suoi 37 anni sul campo di battaglia, il concetto di “pace giusta” portato avanti dall’Ue non è altro che una bugia. “Conviene fare la guerra quando si raggiungono i risultati. Dopo due anni e mezzo di guerra non si è raggiunto nessun risultato per l’Ucraina e l’Europa, e i prezzi li paghiamo noi europei” ha sostenuto il generale, ammettendo di sperare nella vittoria di Donald Trump perché “durante la sua amministrazione non ha scatenato guerre“.
Vannacci: “Alle Olimpiadi il Cio è troppo politicizzato“
Roberto Vannacci ha deciso di dire nuovamente la sua sul caso Imane Khelif, pugile algerina iperandrogina, finita al centro della bufera per l’incontro con l’italiana Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi. Il generale ha preso le difese della pugile italiana e in generale delle avversarie dell’algerina, sostenendo che sia necessario sottoporre gli atleti a test genetici prima delle gare.
“C’è un Cio altamente politicizzato che considera discriminatori gli esami. Nessuno mette in dubbio il fatto che ci siano realtà diverse, ma la possibilità di divulgazione degli esami deve essere trasparente” ha sostenuto Vannacci, decretando che “se c’è una persona che ha un patrimonio genetico che l’avvantaggia in maniera sproporzionata, non la si può far concorrere. La percezione non può prevalere sulla realtà“.
Secondo l’autore de “Il mondo al contrario” non ci dovrebbero essere problemi a sottoporre gli atleti a test generici che rivalino il loro corredo cromosomico, “non perché si voglia offendere o denigrare qualcuno, ma perché la base dello sport è quella di competere ad armi pari” e quindi “chi è più dotato per motivi genetici rischia anche di causare dei danni perenni agli avversari“.
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