La vittoria dell’ultradestra in Austria ha scatenato diverse reazioni in giro per l’Europa. C’è chi grida al neonazismo, accusando i politici del Partito della Libertà austriaco di voler riportare in auge situazioni e comportamenti ormai debellati da quasi in un secolo e chi invece teme che questo ritorno autoritario possa nascondere un malessere generale di fondo in tutta la comunità europea. Nonostante le speculazioni, il dato di fatto è che la popolazione austriaca ha votato, tenendo fede sia ad un diritto sia ad un dovere, ed ora l’Ue deve fare i conti con il risultato scoperto oggi.
Chi, tra coloro che hanno voluto esprimere un commento sul voto austriaco, ha deciso di allontanare le critiche verso un partito che ha legittimamente vinto le elezioni è Roberto Vannacci. L’ex generale, ora eurodeputato della Lega a Bruxelles, ha duramente criticato coloro che hanno chiesto di allontanare il Partito della Libertà dal governo austriaco, di fatto andando contro alle volontà espresse dalla democrazia.
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L’ex generale ha voluto sottolineare il “risultato storico” ottenuto da FPO, il partito della Libertà austriaco, che si inserisce tra le fila dei movimenti conservatori e anti europeisti di ultradestra. Secondo Vannacci, dunque, i timori e le preoccupazioni di coloro che temono che questo partito possa in qualche modo rievocare nostalgie del passato sarebbero legati solamente alle ideologie della sinistra. “I cittadini hanno scelto per la difesa della propria identità, della propria cultura, della propria patria. È stato un voto libero e pienamente democratico” ha infatti sottolineato il generale, per poi concentrarsi sulla reazione della sinistra europea.
“Giorno nero per la democrazia“, con queste parole i politici di opposizione all’FPO hanno descritto questo giorno e l’eurodeputato leghista sottolinea che in questo modo si lascia intendere che “sia democratico solo il voto a sinistra” e che così si vada a creare “uno strano concetto di elezioni libere“. L’ex generale quindi descrive quanto accaduto come un tipico episodio di “mondo al contrario“, richiamando così il titolo del libro che lo ha reso famoso, per poi affondare: “Accusano tutti di fascismo, ma i veri antidemocratici, intolleranti e discriminatori sono loro“.
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