Urso rilancia il nucleare in Italia: “Sarà utile anche per i piani industriali”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha voluto ricordare come la costruzione di centrali nucleari in Italia possa permettere al settore industriale di espandersi ed ottenere investimenti, tornando quindi ad essere competitivo a livello europeo

Redazione
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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sfruttato il palco del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) per ricordare ancora una volta come il passaggio all’energia nucleare possa essere per il Paese una vera e propria svolta sia a livello economico che industriale. Innanzitutto, la presenza di centrali nucleari in Italia potrà abbattere notevolmente i costi dell’energia, che al momento a livello nazionale sono molto più alti che nel resto d’Europa, e conseguentemente migliorare le percentuali della produzione sul territorio.

Diverse aziende e industrie, infatti, consapevoli degli altissimi costi di produzione che impone l’Italia, sono costrette a delocalizzare, provocando una desertificazione industriale che potrebbe rivelarsi mortale per il nostro Paese. In questo quadro, quindi, si inserisce ovviamente anche la questione Stellantis, che con le sue decisioni potrebbe modificare drasticamente il comparto dell’automotive italiano. Il ceo dell’azienda, Carlos Tavares, starebbe infatti valutando di cessare del tutto la produzione italiana dell’industria, proprio perché i costi per la produzione di auto, elettriche e non, in Italia non è concorrenziale o conveniente.

Urso, dunque, è pronto a chiarire i punti a favore dell’energia nucleare per il processo di decarbonizzazione e industrializzazione del Paese, tenendo sempre conto della salute dell’industria italiana. Il ministro ha poi aggiunto che il nostro Paese è pronto ad investire anche in nuovi comparti, come quello della micro elettronica, affinché le tre transizioni da affrontare, quella verde, quella elettronica e quella politica, “siano sempre perseguite e tenute insieme“.

Urso: “Stiamo lavorando ad una politica industriale condivisa

Il ministro per le Imprese ha poi annunciato che entro il prossimo febbraio è prevista la pubblicazione del “Libro bianco del Made in Italy 2030“, ovvero un insieme di direttive riguardanti i prossimi 5 anni con l’obiettivo di un miglioramento della produzione sul territorio italiano. Una sorta di miglioramento del “Libro verde sulle politiche industriali” che è stato presentato oggi al Cnel e che presenta le idee del ministero sulla creazione di una politica industriale che sia “come quella di uno stato non interventista o disattento ma stratega che indirizzi, condizioni e agisca a sostegno del sistema delle imprese per raggiungere obiettivi come nazione e all’interno dell’unione europea“.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Nello specifico, il ministro Urso ha chiarito che al momento l’obiettivo del Libro verde è quello di “far ripartire nel nostro Paese un ampio dibattito su come costruire una strategia industriale condivisa” dopo diversi anni in cui questo non è stato più fatto. Inoltre, Urso ha chiarito che sulle proposte e le idee che sono presenti in questo documento sarà poi prevista una consultazione pubblica, che “consentirà di elaborarlo ulteriormente fino a trasformarlo nel Libro Bianco sulla politica industriale che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha intenzione di adottare per il  prossimo autunno“.

Ovviamente, come sottolineato dallo stesso ministro, tale documento dovrà essere approvato da tutte le parti coinvolte direttamente, dagli stakeholders agli enti pubblici e privati, affinché si costruisca un insieme di linee guida che siano realmente perseguibili, efficaci per il Paese e in linea con le direttive della Commissione europea.

Urso: “Dobbiamo creare un soggetto che produca impianti nucleari in Italia

Adolfo Urso ha poi ribadito come la transizione verso il nucleare possa rivelarsi fondamentale per la salute economica del nostro Paese. Oltre all’abbattimento dei costi dell’energia, infatti, le centrali nucleari aiuterebbero l’Italia nel processo di decarbonizzazione e quindi darebbero una spinta non indifferente alla transizione verde. In questo senso, però, uno degli ostacoli è rappresentato dalla gestione delle scorie e dei centri in cui queste saranno custodite e controllate.

Urso, però, ha concentrato la sua attenzione sulle risorse a livello industriale che questa svolta potrebbe garantire. Innanzitutto si presuppone che l’industria italiana sia sensibilmente coinvolta nel processo. “Stiamo lavorando per creare un soggetto che produca impianti nucleari di terza generazione avanzata, e poi di quarta generazione in Italia” ha infatti dichiarato Urso, sottolineando che in questo modo il Paese potrà “riaffermare la sua vocazione scientifica, tecnologica e industriale ed essere avanguardia in Europa“.

In questo senso, il ministro del Made in Italy ha anche sottolineato che uno degli obiettivi del governo è che in Italia si sviluppi un mercato della tecnologia green e digitale, per cui nel 2024 “gli investimenti nella micro elettronica sono stati pari a 9 miliardi di euro“. Tale impegno avrebbe anche trasportato l’Italia ai vertici delle classifiche degli investimenti in tale ambito, poiché “è il Paese che ha ottenuto i maggiori investimenti nella microelettronica quest’anno“.

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