Urso a Bruxelles: “Transizione green troppo rapida, necessario correggere la rotta”

La proposta di Urso di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sui veicoli leggeri è stata condivisa anche dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck

Redazione
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Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha presentato questo pomeriggio alla delegazione italiana al Parlamento Europeo la sua proposta per una nuova politica industriale europea. Proposta che è stata illustrata anche in video conferenza al vicecancelliere tedesco Robert Habeck e che domani verrà esposta anche al Consiglio Competitività europeo.

Ministro delle imprese, Adolfo Urso
Ministro delle imprese, Adolfo Urso

La proposta del ministro Urso

La proposta per una nuova politica industriale dell’Ue del ministro Urso presenta quattro pilastri: un Piano per la competitività “olistico e pragmatico, la richiesta di risorse finanziarie adeguate per accompagnare la triplice transizione industriale con un fondo dedicato, un ambiente favorevole per le imprese con focus sulle Pmi e la creazione di un equilibrio tra politiche verticali e azioni orizzontali.

Tra le idee rilanciate dal ministro c’è quella di un quadro pluriennale successivo al 2027 che includa un abbondante ‘fondo per la competitività’, per i settori maggiormente colpiti dagli effetti della transizione verde, digitale e geopolitica. La linea generale che vuole seguire la proposta è quella di cercare di rimandare la transizione green.

Il capodelegazione di FdI all’Eurocamera, Carlo Fidanza, dopo l’incontro tra gli eurodeputati italiani e il ministro Urso, ha dichiarato alla stampa di sperare che la proposta italiana possa realizzarsi. Questo grazie anche alla sintonia con altri governi, come quello tedesco.

Correggere la rotta alla transizione green

Dopo l’incontro con gli europarlamentari italiani, Urso ha pubblicato un post su X in cui sottolinea quanto “sia urgente correggere la rotta. La transizione green attuale si sta muovendo a un ritmo troppo rapido, non proporzionato né graduale, rischiando di compromettere il tessuto industriale europeo”. Per il ministro sarà necessario per tutti i settori adottare il principio di neutralità tecnologica, affinché l’innovazione possa essere stimolata e le imprese possano pianificare in modo più sicuro i propri investimenti a lungo termine.

Per non sacrificare competitività e occupazione, la transizione industriale, per il ministro, deve essere affrontata concedendo alle aziende la libertà di scegliere le soluzioni tecnologiche migliori. Per raggiungere questi obiettivi sono necessari investimenti comuni e risorse sia pubbliche che private, affinché si sostenga la triplice transizione industriale e si garantisca l’autonomia strategica dell’Europa.

“Con una politica industriale lungimirante, basata su una transizione sostenibile e tecnologicamente neutrale, potremo proteggere la nostra competitività e assicurare che l’Europa rimanga un leader globale”, questo è l’obiettivo che porta avanti il ministro, promettendo di impegnarsi affinché l’Italia possa essere determinante nel processo decisionale europeo.

Il post su X del ministro

Il colloquio con Habeck

Il ministro ha avuto un colloquio in video conferenza con il vicecancelliere e ministro dell’Economia e della protezione climatica tedesco Robert Habeck. I due si sono confrontati sulla crisi del settore dell’automotive in Europa e il ministro Urso, fa sapere il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha illustrato ad Habeck i punti chiave della sua proposta di politica industriale europea.

Habeck, come già è risaputo, condivide il punto di Urso di anticipare al 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal “Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri”, per permettere alle aziende di pianificare con maggiore sicurezza i propri investimenti a lungo termine. Entrambi condividono inoltre la necessità di adottare il principio della neutralità tecnologica e prevedere investimenti comuni per il sostegno dell’industria europea a fronte delle sfide globali.

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