I toni duri di Giorgia Meloni, che ieri alla Camera ha parlato di “conventio ad excludendum” in riferimento all’incontro dei sei negoziatori dei gruppi europei dei Popolari, Socialisti e Liberali, in cui è stato deciso un pacchetto di nomine per la Commissione e il Consiglio europeo, sembra aver dato i suoi frutti. Oggi a Bruxelles diversi leader hanno deciso di commentare l’accaduto, dichiarandosi fermamente favorevoli a tenere in considerazione il ruolo e gli interessi dell’Italia nelle trattative.
Già questa mattina, durante il prevertice dei Popolari, il leader del Ppe, Manfred Weber, aveva ricordato come l’Italia sia un Paese parte del G7 e parte dei fondatori dell’Unione e in quanto tale meriti di essere riconosciuto e considerato. Col passare delle ore, molti altri esponenti dei Paesi membri si sono allineati a questa considerazione, tentando di placare le acque in vista della due giorni del Consiglio, che ha avuto inizio proprio oggi.
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La notizia del momento, però, riguarderebbe il francese Emmanuel Macron che, secondo il quotidiano Le Monde, avrebbe proposto Thierry Breton come commissario nel nuovo esecutivo europeo. Immediata la risposta di Marine Le Pen, che ha dichiarato che tale decisione non spetta all’attuale presidente ma a colui che uscirà vincitore dalle prossime elezioni presidenziali nel Paese.
Ue, Orban: “L’accordo sui top jobs è vergognoso“
Sulla stessa posizione di Salvini e Meloni si attesta anche il premier ungherese Viktor Orban, che oggi ha accusato i vertici dell’Unione europea di “ingannare i suoi cittadini“. Secondo Orban, infatti, i cittadini europei vorrebbero “una leadership europea di destra” ma il Ppe avrebbe formato “una coalizione di bugie e inganni” accordandosi insieme ai socialisti e ai liberali. “Non abbiamo motivo di sostenere questo abuso di potere, non possiamo sostenerlo” ha dichiarato il primo ministro dell’Ungheria, per poi aggiungere di trovare “vergognoso” l’accordo raggiunto.
Dall’Italia, intanto, Matteo Salvini, il leader della Lega che fa parte del gruppo di Identità e democrazia, ha esposto il suo punto di vista sulla questione, paragonando quanto accaduto ieri durante il vertice tra Popolari, Socialisti e Liberali ad un colpo di Stato.
“Quello che sta accadendo in queste ore fra stasera e domani, puzza di colpo di Stato. Sembra un colpo di Stato perché milioni di europei hanno votato in Italia, in Francia, in Germania e in Spagna e hanno chiesto di cambiare l’Europa, hanno chiesto un cambiamento dell’Europa da tutti i punti di vista – ha dichiarato il vicepremier – E che cosa ti ripropongono quelli che hanno perso voti? Le stesse facce. Quindi, Ursula von der Leyen, un socialista al Consiglio europeo, una persona indicata da Macron per la politica estera“.
Le rassicurazioni dei leader europei nei confronti di Meloni
Nel pomeriggio di oggi una pioggia di dichiarazioni hanno investito Giorgia Meloni. Il ruolo dell’Italia nella nuova formazione europea è al sicuro, sembra essere questo il messaggio inviato, accompagnato dalle negazioni riguarda la presunta esclusione del nostro Paese dalle trattative per la Commissione Ue. “Tre famiglie politiche hanno discusso tra loro e hanno presentato una proposta, alla fine spetta al Consiglio europeo prendere la decisione” ha infatti dichiarato il premier greco Kyriakos Mitsotakis, tra i negoziatori Ppe sui top jobs, evidenziando che: “Non si tratta di processo per escludere, non è mai stata nostra intenzione escludere nessuno o offendere qualcuno“.
Anche il nuovo presidente della Nato, Mark Rutte, presente per il suo ultimo Consiglio europeo, ha deciso di mettere in chiaro la sua posizione: “Giorgia Meloni non è esclusa, dobbiamo garantire garantire che l’Italia si senta ben rappresentata nella nuova Commissione europea e non solo“. L’olandese ha poi spiegato che il gruppo dei conservatori non ha partecipato alle trattative perché molti nella coalizione di maggioranza hanno ritenuto che non dovesse farne parte.
“Ascolteremo tutti sul futuro presidente della Commissione Ue” ha chiarito dichiarato il premier belga e il presidente di turno dell’Ue, Alexander De Croo, specificando che la scelta sarà basa sulla “qualità della persona che sarà presentata“. Il premier del Belgio ha poi spigato che il pacchetto di nomi è stato formulato non solo pensando ad un blocco ma anche valutando quali sono i gruppi che hanno intenzione di collaborare tra di loro.
Sulla questione si è espressa anche l’attuale presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, che ha dichiarato che le decisioni non sono ancora state prese e che dal suo punto di vista l’obiettivo da tenere in considerazione è quello di assicurare “la più ampia maggioranza possibile” e che allo stesso modo è importante “non escludere nessun Paese“.
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