Discussione aperta per definire la risoluzione da votare dopo le comunicazioni di Draghi al Parlamento. L’accordo non è lontano
Riunione di oltre sei ore, manca ancora l’ok definitivo e per questo è convocato per martedì mattina un nuovo round. La maggioranza cerca ancora la quadra sulla risoluzione da votare dopo che il premier Draghi, alle 15, avrà riferito al Parlamento sulla questione in Ucraina.
Dopo le polemiche che hanno investito il Movimento Cinque Stelle, anche la maggioranza cerca di chiudere sul testo del documento. In particolare si ragiona su come formulare il coinvolgimento del Parlamento che ha tenuto in stand by la maggioranza negli ultimi giorni. Passaggio che però dovrebbe essere superato: dopo vari tentativi si è deciso di aggiornare la riunione a stamattina, in attesa di approfondimenti tecnici per capire come mettere nero su bianco l’intesa. Da quanto emerge, un’ipotesi gradita alla maggioranza sarebbe quella di fare un generico riferimento alla “normativa vigente” per indicare le modalità con cui coinvolgere il Parlamento; l’esecutivo invece preferirebbe che fosse esplicitamente indicato il riferimento al decreto numero 14 del 2022, il primo decreto con gli aiuti e l’ok all’invio di armi all’Ucraina che non implicherebbe, in sostanza, che le Camere vengano necessariamente informate prima degli invii di armi.