Il vertice di Istanbul per i negoziati in Ucraina avrebbe prodotto, secondo Volodymyr Zelensky, almeno un risultato apprezzabile. In un post su Telegram il leader di Kiev ha reso noto che a seguito dell’incontro nella capitale economica della Turchia sono in corso dei contatti con Mosca “per preparare lo scambio per la liberazione di 1.000 nostri connazionali dalla prigionia russa“.
Il ministro della Difesa ucraino Umerov starebbe supervisionando l’organizzazione del processo e l’attuazione dell’accordo con la Russia: “Stiamo lavorando per garantire questo risultato“, ha continuato Zelensky, specificando che al momento si stanno apprendendo “i dettagli di ogni persona indicata nell’elenco dalla parte russa“.
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Tajani: “Negoziati per l’Ucraina in Vaticano? Affascinante, ma la Santa Sede non è un albergo?”
Si rafforza l’ipotesi che la Santa Sede possa avere un ruolo decisivo nei negoziati di pace tra Ucraina e Russia. Non per nulla ieri, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato direttamente con Papa Leone XIV, aggiornandolo sulla situazione e sui dossier affrontati con gli altri leader e Capi di Stato coinvolti. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ne definisce le specifiche valutando i vari fronti in conversazione con l‘Avvenire.
Ritenendo che la Santa Sede possa avere a tutti gli effetti un ruolo fondamentale, il vicepremier forzista ribadisce l’esigenza primaria che “il tempo del negoziato sia maturo” in quanto il Vaticano è un luogo in cui le “cose non possono essere lasciate così come sono“. Insomma, Tajani è chiaro e allude al fatto che il luogo deve essere rispettato così come la disponibilità ad ospitare i colloqui diretti, quindi bisogna giungere almeno a passi in avanti sostanziosi e concreti perché “il Vaticano non è un albergo“, dove si può entrare e uscire in cui esibirsi in temporeggiamenti e tatticismi.
Tajani: “Bisogna essere realisti, non si poteva raggiungere la pace in un giorno”
Il Vicepremier fa quindi il punto della situazione sul conflitto in Ucraina che si trova attualmente in una fase di incertezza anche se si inizia a parlare di trattative, dove è sempre più evidente che serva un chiarimento complessivo perché “i fronti di tensione si moltiplicano e si intrecciano” tra Medio Oriente, India, Libia, i rapporti Iran-Usa. Motivo per cui, la situazione è più complessa di quanto appare e richiede di “essere sempre realisti“. Tajani si concede anche una stoccata con riferimenti casuali, ovvero che “chi affermava di poter costruire la pace in un giorno si sbagliava“.
La diplomazia italiana sta lavorando fianco a fianco con l’appoggio della Casa Bianca e di Kiev, con il Segretario di Stato vaticano e i vertici della Chiesa perché l’offerta arrivata direttamente da Papa Prevost trovi un terreno fertile e venga accolta da tutte le parti in causa.
Si tratta di un attivismo dell’esecutivo italiano frutto non solo della disponibilità del Vaticano ma anche di una dinamica emersa nelle ultime ore. Trump si è detto favorevole ai colloqui in Vaticano, e affinché l’offerta abbia sviluppi sembra essersi rivolto a Meloni chiedendole di intervenire e mediare direttamente tra i vari protagonisti in gioco, tra Volodymyr Zelensky e Volenterosi.
Tuttavia alla pace manca quello scatto che possa sbloccare la questione e la disponibilità della Santa Sede per il leader forzista è un’opportunità per tutti, dove “il discorso di Papa Leone XIV sulla pace è largo, profetico, va oltre gli interessi politici ed economici che segnano queste fasi ‘negoziali’“. Infatti, in un contesto come quello attuale, “è un appello alla pace universale, a una dimensione diversa dello stare insieme tra i popoli“. Si tratta dunque di un’ipotesi che a detta di Tajani si presenta “affascinante, certo, ma soprattutto credibile e realmente facilitatrice“.
Nonostante l’intervento e il coinvolgimento diretto della premier, però, il Ministro degli Esteri puntualizza le “idee chiare” dell’Italia che permangono in ogni caso in riferimento ai passi da compiere sul dossier Ucraina. Le richieste del governo infatti riguarderebbero che si inizi prima di tutto con un cessate il fuoco tra Ucraina e Russia, poi la tregua e dunque la pace anche garantendo una “zona ‘cuscinetto’ sotto l’egida dell’Onu, che certamente avrebbe anche il contributo dell’Italia“. Al contempo è anche necessario garantire la sicurezza dell’Europa, “dall’Ucraina al Portogallo, attraverso un’azione congiunta con gli Stati Uniti“. E proprio sugli Usa, Tajani ribadisce che non è possibile che esista “squilibrio o distanza” tra le due sponde dell’Atlantico, di cui “l’Italia è protagonista“.
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