Telefonata fra il Premier italiano e il presidente russo. Mosca apre alla tregua dopo i colloqui di Istanbul e annuncia riduzione delle azioni militari nel nord. Il governo ucraino accusa «Notizie fuorvianti». Denunciati pesanti bombardamenti notturni su Kiev e Chernihiv
Il Premier Mario Draghi ha intrattenuto il presidente russo Vladimir Putin in una conversazione telefonica di circa un’ora. Il colloquio è avvenuto a seguito dei presunti progressi compiuti nella giornata di ieri dalle delegazioni ucraine e russe, meglio disposte rispetto alla possibilità di raggiungere un accordo di pace.
Accuse da Kiev. Proseguono i bombardamenti
Mosca, nelle scorse ore, aveva fatto trapelare comunicazioni che esplicitavano la volontà di ridurre le operazioni militari intorno alle città di Kiev e Chernihiv. Nella giornata di oggi, però, queste iniziative, unite al possibile accordo maturato durante i colloqui diplomatici, sono state disilluse dalle notizie rilasciate dal governatore di Chernihiv, Vlacheslav Chaus, il quale ha denunciato: «Non c’è nessuna tregua, siamo ancora sotto attacco».
Anche l’amministrazione di Kiev ha fatto riferimento ad un numero di circa trenta bombardamenti notturni, i quali avrebbero colpito anche strutture residenziali. Dal Pentagono si dichiara furiosa l’intelligence statunitense che ha parlato di «ingannevole riposizionamento delle truppe».
Versione confermata anche dai vertici militari ucraini che avrebbero definito le mosse russe delle ultime ore «una rotazione di singole unità per fuorviare la leadership militare ucraina».
Cauto ottimismo a Mosca: «Kiev più disponibile ma accordo ancora lontano»
Mentre l’offensiva militare russa si intensifica a sud-est, dal Cremlino la diplomazia russa ammette: «Non c’è nessuna svolta, il lavoro da fare per raggiungere un accordo è ancora molto» ha dichiarato senza troppi giri di parole il portavoce Peskov, il quale ha poi aggiunto: «Sullo status della Crimea non abbiamo intenzione di discutere ancora, è a tutti gli effetti russa».
Il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky, nel pomeriggio, ha illustrato quanto emerso durante i colloqui svoltisi ad Istanbul, ribadendo che l’accordo non è stato raggiunto ma che Kiev sarebbe «finalmente pronta ad assumere rapporti di buon vicinato».
Sarebbe stato trovato un punto d’incontro sui temi della neutralità ucraina, sul rifiuto di adesione alla NATO, sulla rinuncia alle armi nucleari e chimiche da parte di Kiev ed il divieto di fungere da base di appoggio per basi militari e contingenti stranieri.
David Arhamia, un altro negoziatore russo, ha ricordato che nella giornata di ieri non è stato toccato il tema dello status del Donbass in quanto, questo, è un discorso esclusivamente legato all’incontro fra Putin e Zelensky.