Tutta l’opposizione sullo stesso palco, Calenda si smarca. Landini: l’idea di un altro Paese

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Congresso di Rimini, Schlein: dialogo per costruire alternativa. Ok da Conte e Fratoianni. Il segretario Cgil incalza sulla questione fiscale

Non si può ancora parlare di alleanza o coalizione, ma l’apertura al dialogo tra i partiti di centrosinistra c’è. Con la benedizione della Cgil, che al congresso di Rimini ospita i leader dell’opposizione sullo stesso palco. Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni partecipano a una tavola rotonda con il segretario del sindacato Maurizio Landini, moderata dalla giornalista Lucia Annunziata. È di quest’ultima l’idea di istituire un confronto permanente che prosegua anche dopo la kermesse sindacale e “vi propongo di chiamarlo il cooordinamento dell’anti-Papetee”.

Le riserve di Calenda

Al di là del nome da dare a queste prove di intesa – il precedente del mai nato campo largo induce alla cautela – esiste la disponibilità a parlarsi e a trovare punti di convergenza. Con qualche distinguo da parte di Calenda, che ammette la disponibilità a discutere su alcuni temi ed esclude che si possa governare insieme, perché su alcune questioni “la penso agli antipodi”. “Potrei governare con le persone che sono qua? No, non condivido la linea di politica estera” e “per me servono 11 termovalorizzatori tra Centro e Sud Italia”, mette subito in chiaro, incassando alcuni fischi dalla platea. “Volete che vi dica ‘All you need is love’ o come stanno le cose?”, replica il segretario di Azione, che si rende disposto a “fare cose insieme, ma non possiamo farle se non ci mettiamo d’accordo sul come”.

Schlein: “Le battaglie comuni sono sanità e scuola pubblica”

“Dovremmo provare a costruire insieme un’alternativa. Continuiamo questo confronto anche fuori, perché credo si possa fare un ragionamento di contenuto e di merito”, è l’appello della segretaria del Pd Schlein, secondo la quale “ci sono battaglie comuni che come opposizione possiamo portare avanti in Parlamento e nel Paese”, a partire da “sanità e scuola pubblica”.

Conte: “È il momento del dialogo”

“Credo che la vocazione di ogni forza che si definisca progressista sia quella di battere le forze conservatrici della destra. E quindi qualunque strumento di dialogo che vada in questa direzione è la premessa per raggiungere tale obiettivo”, è la risposta del leader M5S Conte, che però precisa: parlare di alleanza con il Pd vuol dire “anticipare una prospettiva assolutamente prematura: è il momento di dialogare, del confronto e dell’elaborazione per soluzioni concrete“.

Fratoianni lancia “un patto con il Paese”

“Le coalizioni e il perimetro delle alleanze non bastano, ma senza la partita non la cominci nemmeno. Anche basta suicidi come alle politiche in Lombardia e nel Lazio”, incalza il segretario di Sinistra italiana Fratoianni, lanciando “un patto con il Paese” da costruire “da domani insieme in Parlamento”.

Tutti i temi sul tavolo: scintille sul Jobs Act

Pare esserci sintonia anche sui temi da cui avviare il dialogo: salario minimo e rafforzamento della contrattazione collettiva, sanità, contrarietà alla riforma fiscale varata dal governo, istruzione. Visto che si gioca in casa della Cgil, sul terreno del lavoro si misurano affinità e distanze. Conte rilancia la proposta della riduzione dell’orario a parità di salario. Schlein concorda ma dà per scontata la contrarietà di Calenda. Poi il leader dei cinque stelle tira fuori il Jobs Act che “anche per Bankitalia è stato un fallimento”. Così incassa gli applausi della platea riminese ma evoca il leader che non c’è, ovvero Matteo Renzi, che non manca di rispondere via social: “Il Jobs Act ha creato più di un milione di posti di lavoro, la metà a tempo indeterminato. Sono dati ufficiali Istat. Giuseppe Conte nega i numeri: o non li ha letti o – più probabilmente – non li ha capiti”.

Landini alle opposizioni: proponiamo l’idea di un altro Paese

Comunque, Calenda assicura un confronto “sul merito sempre, non c’è mai una preclusione ideologica. Ci sono punti che ci dividono profondamente e altri su cui possiamo lavorare insieme e abbiamo il dovere di farlo”. È quello che chiede Landini alle opposizioni: “Quale modello sociale vuole affermare? Cosa vuol fare e che rapporto vuole avere coi sindacati?”, è la domanda del segretario della Cgil, che individua “un punto di fondo, la questione fiscale. Questo Paese sta in piedi con le tasse che pagano i lavoratori dipendenti e pensionati. Io mi sono rotto le scatole, non ci sto più a pagare le tasse anche per chi non le paga e potrebbe pagarle più di me”. Per questo “siamo qui – conclude – per proporre un progetto di paese con al centro lavoro, persona e un’altra idea di impresa“.

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