Per Toti il centrosinistra in piazza: chiedono le dimissioni e poi cantano De Andrè

"Ho pensato: poverelli. Cantano ma non sanno cosa cantano. Amano De Andrè ma non sono in grado di ascoltarlo" così Piero Sansonetti critica le azioni del centrosinistra, che intona in piazza una canzone contro il carcere e il giustizialismo, mentre chiede a gran voce le dimissioni di un imputato non ancora condannato

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Giovanni Toti continua a non annunciare le sue dimissioni da presidente della Regione Liguria. Per ora, a nulla è servita la manifestazione in piazza a Genova, organizzata dalle opposizioni per protestare contro la situazione di stallo in cui in questi mesi versa la Regione, proprio a causa dell’inchiesta che vede protagonista il suo governatore. “Così Toti tiene ai domiciliari l’intera Liguria” ha tuonato Elly Schlein in un’intervista, prima di scendere in piazza, sotto al palazzo della Regione, insieme a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Una manifestazione che mette al centro la presunta colpevolezza di Toti, non ancora condannato dalla giustizia ma già punito dalla politica. Le accuse nei suoi confronti, ancora da giudicare, sono state ritenute abbastanza complesse da dover avere come conseguenza le dimissioni del presidente. “Dinanzi ad accuse così gravi e a misure cautelari confermate poco tempo fa come i domiciliari, Toti si sarebbe già dovuto dimettere” ha confermato la segretaria del Pd, decretando la pena e l’imputato. Queste dichiarazioni sono precedenti alla seconda misura cautelare nei confronti del governatore, accusato di finanziamento illecito per gli spot delle elezioni comunali di giugno 2022.

Decide il popolo, Giudica il Popolo. È il popolo che punisce. Datelo a noi“, con queste parole Piero Sansonetti, direttore de L’Unità, critica le opposizioni e il loro comportamento nei confronti del caso Toti. La manifestazione organizzata a Genova, ricorda al direttore il “rito del linciaggio” che prevede che la folla si faccia giustizia da sola, senza processo e senza sentenza. Il corteo di 2000 persone, che ieri hanno invaso la piazza genovese, per Sansonetti equivale “alla folla che si raduna perché vuole punire un prigioniero“. Un prigioniero che da mesi ormai attende il suo destino, ma rimane ancora aggrappato alla speranza di uscire indenne da un processo che ormai è più politico che giudiziario.

Caso Toti, Sansonetti: “Le opposizioni in piazza cantano De Andrè, ma non lo hanno mai ascoltato

Un dettaglio che non è sfuggito a Piero Sansonetti sulla manifestazione di ieri, riguarda le scelte in campo musicale delle opposizioni. La decisione di intonare una canzone di De Andrè, che condanna le prigioni e il giustizialismo, non è sembrata particolarmente saggia al direttore de L’Unità. “Ho pensato: poverelli. Cantano ma non sanno cosa cantano. Amano De Andrè ma non sono in grado di ascoltarlo. De Andrè è un poeta. Non è facile capire i poeti” scrive Sansonetti, prendendo nuovamente le parti di Toti, stavolta accusando l’ipocrisia delle opposizioni.

C’è un verso che dice – spiega Sansonetti – Vagli a spiegare che è primavera, e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera…‘ e poi dice ‘di respirare la stessa aria di un secondino non mi va’“, versi espliciti che però il centrosinistra sembrerebbe voler ricordare solo a tempi alterni, magari quando in ballo non c’è la possibilità di far cadere un presidente di Regione del centrodestra per poi andare alle elezioni anticipate.

Sansonetti, però, non ha intenzione di sorvolare sulla questione e aggiunge: “Quando non capisci niente non c’è niente da fare. E canti De Andrè a un raduno di giustizialisti. De Andre, che chiese il perdono per i rapitori che lo avevano tenuto imprigionato per mesi nei boschi del Supramonte!“. Un piccolo dettaglio che però Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli hanno deciso di ignorare, cantando in piazza mentre chiedevano le dimissioni di un presidente non ancora giudicato, ma per ora colpevole solo di essere stato posto ai domiciliari e di essere impossibilitato ad adempiere i propri compiti.

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