Caso Toti, Signorini chiede revoca dei domiciliari

L’ex presidente ha poi affermato che tornerà ad essere giornalista

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Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale, ha chiesto nei giorni scorsi la revoca degli arresti domiciliari. L’uomo era stato l’unico a finire in carcere lo scorso 7 maggio. Signorini era rimasto nel carcere di Marassi fino al 16 luglio, poi il giudice gli aveva concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi. Al momento, per i difensori, non ci sarebbe più nessuna esigenza per la permanenza della misura restrittiva.

É stato un periodo difficile per l’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti; che dopo aver rassegnato le sue dimissioni era calato nel silenzio stampa. Solo ieri sera l’ex presidente é tornato in televisione come ospite di Quarta Repubblica su Rete 4: “Io sono in pace con la mia coscienza. Sono molto sereno. Credo di avere dato tutto quello che potevo alla politica e i risultati nella regione Liguria si vedono”, ha affermato.

Toti torna sul caso: “Non ce l’ho con i magistrati”

Tori torna sulle dinamiche che lo hanno visto coinvolgere e che lo hanno costretto alle dimissioni. L’ex governatore della Liguria afferma di non avercela con i magistrati – seppur “abbiano sbagliato”- ma con la politica, in particolare modo con coloro che hanno approvato le leggi che “hanno tolto ogni potere di azione in questo Paese, lasciando alla magistratura l’idea di poter fare da giudice penale e morale di quello che fa la politica“’ ha aggiunto su Rete 4.

La vicenda giudiziaria lo aveva reso protagonista di un vero e proprio scandalo in cui l’opposizione non ha esitato a discutere sul buon lavoro dell’esecutivo. Per Toti le colpe sono della politica e cita il filosofo Montesquieu: “La politica quella barriera non l’ha messa“. L’ex presidente ha poi affermato che tornerà ad essere giornalista: “Qualche pensiero cercherò di scriverlo su ‘Il Giornale’ che è stato uno dei pochi fari di libertà“.

Toti risponde poi alla domanda di Nicola Porro sulle critiche dell’opposizione: “Non siamo stati noi a tenere in ostaggio la Liguria. Sono stati i magistrati a mettere, in qualche modo, in carcere la Liguria. Noi saremmo tornati ben volentieri al nostro lavoro. Poi a un certo punto quando capisci che la tua controparte non sente ragione, le amministrazioni devono andare avanti“.

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