I paesi del G7 danno l’ok al price cap sul petrolio e a breve tetto sul prezzo del gas, la reazione della Russia: «Stop totale a Nord Stream», ufficialmente per un “guasto” ma potrebbe trattarsi di un ricatto
Crisi energetica sempre più insostenibile e una guerra che non ha nessuna intenzione di cessare il fuoco. Le conseguenze del conflitto cominciato il 24 febbraio, stanno mettendo in crisi le economie dei paesi dell’Ue , l’inflazione e la crisi alimentare internazionale fanno da contesto.
I ministri delle finanze del G7 sono dovuti intervenire dando l’ok al price cap sul petrolio, nel breve termine ci sarà un tetto anche al prezzo del gas, almeno questo è quello auspica Ursula Von Der Leyen, la presidente della Commissione Ue. A Mosca non piace la decisione presa dai suoi paesi “ostili” e risponde con: «Stop totale a Nord Stream», ufficialmente per un guasto a una turbina ma si tratta di una ragione tecnicamente non sufficiente per la Siemens. Inoltre, il gasdotto già si era fermato per tre giorni sempre per problemi tecnici ma sarebbe dovuto ripartire. Mentre a seguito della decisione presa dal G7 Mosca ha avvisato che resterà chiuso a tempo “indefinito”.
Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, quello di Mosca: «È un ricatto, una partita a Poker», sulla pelle degli europei. Mentre il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che ieri è intervenuto attraverso un video collegamento a Cernobbio al Forum Ambrosetti ha affermato che sono pronti ad aumentare l’export di energia ma la centrale di Zaporizhzhia deve funzionare. Intanto, il governo lavora al decreto sul caro bollette per la prossima settimana e ragiona sulla tassazione degli extraprofitti che fino adesso non ha riscontrato il successo sperato.