La Lega di Matteo Salvini non molla sul tema del Terzo mandato, convinti che la battaglia sulle Regioni del Nord possa essere vinta solamente con la ricandidatura dei governatori uscenti. Gli ostacoli sul cammino sono però numerosi e, come nei mesi scorsi, la frattura sul tema tra Forza Italia e Salvini non sembra essere prossima a risanarsi. I forzisti hanno lo stesso obiettivo del Carroccio, per cui il terzo mandato non è un’opzione da prendere in considerazione.
Lo scontro continua ad attirare una certa attenzione, anche in vista di una possibile rottura definitiva alle Regionali. Matteo Salvini chiede agli alleati di abbassare i toni proprio per evitare che questa contrapposizione possa tramutarsi in una bufera mediatica importanti e svilente per la coalizione di maggioranza. Di fronte al fallimento del centrosinistra, che non è riuscito ad unirsi nemmeno di fronte al referendum, la maggioranza non può permettersi scivoloni.
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Negli ultimi tempi, poi, le posizioni di leghisti e azzurri sono apparse opposte su diversi fronti, per cui un ulteriore strappo sul terzo mandato non sembra consigliabile. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, non sembra però aver recepito il messaggio o almeno non appare intenzionato a rispettare le richieste dell’altro vicepremier. Il limite dei due mandati per il partito fondato da Silvio Berlusconi appare inespugnabile, anche perché necessario a evitare quelle che lo stesso leader ha definito “incrostazioni di potere” e “rischi di autoritarismo“.
A scatenare la rabbia dei leghisti è stata però una precisa affermazione del volto degli azzurri. “Anche Mussolini ha vinto le elezioni, anche Hitler le aveva vinte“, ha spiegato, sottolineando che la sola volontà popolare non basta a disinnescare i possibili attacchi alla costituzione. L’uscita del forzista è stata però definita dai leghisti “totalmente fuori luogo“.
Regionali in autunno: gli obiettivi di Lega e FI
Le impressioni di molti di fronte a questo nuovo scontro è che Forza Italia stia tentando di alzare la posta in gioco per ottenere delle facilitazioni sul tema della cittadinanza per gli stranieri e per la candidatura del forzista Flavio Tosi a sindaco di Verona. I primi lavori per trovare una quadra tra i due partiti sono già iniziati, anche se i dettagli delle contrattazioni rimangono per il momento blindati.
Ciò che sembra certo è che le due forze politiche siano al lavoro per individuare una forma con cui presentare la riforma del Terzo mandato. La Lega vorrebbe evitare la via del referendum, in quanto necessiterebbe il via libera del Quirinale. Al contrario si starebbe riflettendo sulla presentazione di un emendamento al ddl Ballottaggi, che è già incardinato in commissione al Senato, mentre non si esclude la possibilità di una legge ad hoc composta di pochi articoli e in grado di rispettare i temi strettissimi che le Regionali del prossimo autunno impongono.
L’apertura di Fratelli d’Italia al Terzo mandato
I leghisti hanno comunque voluto evidenziare che questa volta il tema del Terzo mandato non è stato resuscitato dalle loro fila. A riaprire i dibattiti è stato un piccolo cambio di posizione del partito di Giorgia Meloni, che sembrerebbe essere intenzionato a prendere in considerazione la questione. “Stavolta non siamo stati noi ad aprire l’argomento“, ha infatti dichiarato Matteo Salvini, aggiungendo che FdI potrebbe “aver capito che conviene anche a loro“.
La Lega è dunque pronta a cogliere al volo la possibilità, chiarendo che se il partito di FdI sarà veramente pronto ad aprire alla proposta allora Forza Italia dovrà muoversi di conseguenza. “I tempi sono stretti, ma se c’è la volontà di tutti, una legge si fa“, ha dichiarato Roberto Calderoli, ricordando però che la questione deve essere affrontata in tempi brevi, per non bruciare un’opportunità di cui la Lega necessita in questo momento.
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