Antonio Tajani è convinto: con il suo “Sì” a Von der Leyen, Forza Italia ha evitato che l’Europa discendesse in una spirale di caos e perdesse la sua fondamentale stabilità. Lo ha dichiarato il vicepremier forzista in un’intervista a La Stampa, in cui ha sostenuto: “Se von der Leyen non fosse stata rieletta sarebbe stato il caos, i mercati ci avrebbero punito e i cittadini ne avrebbero pagato il prezzo“. Una tragedia evitata e solo grazie ai punti fermi del partito degli azzurri, parte del gruppo dei Popolari e fiero sostenitore dell’attuale presidente della Commissione.
Antonio Tajani ci tiene a specificare che avrebbe apprezzato se FdI e Lega, gli altri due partiti della maggioranza in Italia, avessero deciso di sostenere la candidata del Ppe, ma ora non spetta a lui indagare sulle motivazioni del loro rifiuto. “Non ci siamo sentiti con Meloni” dichiara il leader di Forza Italia, ma aggiunge: “In ogni caso, non tocca a me entrare nelle scelte di un altro partito“. Proprio su questo punto, però, Tajani è perentorio: “Le scelte di ogni partito in Europa non indeboliranno il Governo nazionale. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega continueranno a lavorare insieme, fino alla fine della legislatura“.
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Trattando, poi, del voto contrario dei partiti di Meloni e Salvini, Tajani ha sfruttato l’occasione per sottolineare che “Forza Italia è una garanzia sufficiente di europeismo e di atlantismo” e che il voto degli azzurri “ha rafforzato le istituzioni della Ue in un momento di grande instabilità internazionale“. Anche per questo, l’Italia non dovrebbe temere ripercussioni di alcuni tipo e può ancora sperare, secondo il ministro degli Esteri, che in Commissione venga riservato un portafoglio di peso per un nome italiano.
Tajani: “Sull’Italia non vi saranno ripercussioni di alcun tipo“
Antonio Tajani non si sbilancia troppo mentre tratta dei “No” a Von der Leyen di FdI e Lega, dopotutto si tratta dei due partiti che insieme al suo compongono la maggioranza di governo. Il ministro, però, a un certo punto di lascia andare e dichiara: “Le piccole questioni nazionali non possono essere barattate con il futuro delle istituzioni comunitarie che rappresentano mezzo miliardo di persone“. Nonostante queste parole, però, il vicepremier si affretta a sottolineare che l’Italia non deve temere “ripercussioni di alcun tipo“, soprattutto sul versante delle nomine dei Commissari.
Tajani, quindi, ricorda come nel 2019 il partito del premier ungherese Viktor Orban, Fidesz, avesse votato a favore per il mandato di Von der Leyen, eppure il commissario che aveva proposto venne bocciato dal Parlamento Ue. “Ogni voto in Europa è una partita a sé e noi aspiriamo ancora a un portafoglio economico di peso e a un vicepresidente della Commissione” ha chiarito Tajani. Entrando poi nel fulcro della questione, il ministro degli Esteri ha ribadito che quello di Raffaele Fitto è “il nome più convincente” perché “ha le caratteristiche giuste” per ricoprire questo ruolo.
Fitto è infatti dotato di “una grande esperienza europea, un trascorso compatibile con le istituzioni comunitarie ed è apprezzato da tutti“, sottolinea Tajani, per poi affondare: “È un esponente dei Conservatori di Meloni e loro non sono come l’estrema destra dei Patrioti“.
Tajani: “Se nessun vuole i Patrioti è una scelta libera“
Antonio Tajani è chiaro e conciso mentre tratta del gruppo dei Patrioti, fondato da Orban e costituito anche dalla Lega di Salvini e dal Rassemblement National di Le Pen. “Partecipano alle attività parlamentari – spiega il ministro – ma i presidenti e vicepresidente delle commissioni de Parlamento Ue vengono eletti e i loro candidati potrebbero non trovare sostegno, questa è la democrazia“. Il vicepremier poi spiega che “se nessuno li vuole, è una scelta libera“, soprattutto perché non sono una forza europeista e hanno quindi una visione alternativa a quella del resto dei gruppi europei. “Perché votare le loro presidenze?” si chiede Tajani, per poi sentenziare: “Si condannano da soli all’ininfluenza“.
Trattando specificamente della Lega, poi, Tajani spiega che il tentativo di Matteo Salvini di smarcarsi dalle altre forze di governo non metterà in pericolo la stabilità dell’esecutivo. “Siamo abbastanza robusti” ha confermato il leader di Forza Italia per poi aggiungere: “Qualunque tipo di attacco sarebbe privo di senso, non lo capirei, ma io preferisco occuparmi dei cittadini e non di fare campagna elettorale“.
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