Tajani su Medio Oriente: “Situazione difficile, stasera incontro a Parigi per fare il punto”

Tajani parla dell'incontro che avrà con i ministri dell'estero inglese e francese e il segretario di stato degli Usa Blinken, per poter mettere insieme delle idee e capire come intervenire nella situazione in Medio Oriente

Redazione
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Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha presieduto questa mattina a un incontro nella sede nazionale di Forza Italia a Roma, dove ha invitato il leader del Partito popolare spagnolo (Pp) Alberto Nunez Feijoo. Tajani ha parlato principalmente della situazione in Medio Oriente.

Tajani e la situazione in Medio Oriente

Il vicepremier esprime la grande preoccupazione per la situazione in crescendo in Medio Oriente: “La situazione è difficile, nessuno di noi sapeva ciò che stava accadendo”. Ha annunciato che questa sera sarà a Parigi per fare il punto insieme al segretario di Stato degli Stati Uniti d’America Antony Blinken e ai ministri degli esteri di Francia e Gran Bretagna.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

“Sarà un confronto tra di noi per vedere cosa possiamo fare” ha detto, sperando che si possano trovare delle idee e rinforzare tutte le iniziative diplomatiche, perché “è l’unica cosa che onestamente possiamo fare”. Ha affermato comunque che “noi continuiamo a lavorare insieme per la pace, il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”. Tajani ha confessato che attualmente stanno cercando di convincere l’Iran a calmare gli alleati per evitare un’escalation e Israele a essere prudente.

Ha poi parlato della missione Unifil – United Nations Interim Force In Lebanon – che ha il compito di “verificare il ritiro delle truppe israeliane, di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale, nonché di assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona”, come spiegato sul sito del Parlamento italiano. Perché è una missione in Libano, che attualmente è coinvolto nella guerra contro Israele.

Tajani ha detto che per lui non ci sono dei rischi per i soldati italiani nella missione, dato che è una missione di pace. “Certo è una situazione complicata ma loro sono ben visti sia dagli israeliani che da Hezbollah. Se lavorano per la pace non sono equipaggiati per una guerra. Non sono loro quelli nel mirino, il problema è tra Hezbollah e Israele” ha assicurato, aggiungendo che eventualmente ci sono i bunker dove poter scappare e proteggersi.

Il vicepremier ha comunque sottolineato di star seguendo con grande attenzione e preoccupazione la situazione, anche in questo periodo, in cui si tiene la settimana delle Nazioni Unite, in cui “avremo molti incontri e vedremo di fare in modo di poter
operare”.
Inoltre ha precisato che “il ministro Crosetto ha chiesto alle Nazioni Unite di avere garanzie per i nostri militari”.

Le armi in Ucraina

Il vicepremier nella conferenza stampa di presentazione dei Consiglieri comunali di Roma Capitale Rachele Mussolini e Francesco Carpano alla Camera dei deputati ha affrontato il discorso dell’uso delle armi fuori dall’Ucraina, ribadendo la sua posizione portata avanti da mesi per cui è contro questa ipotesi. Tajani ha dichiarato: “Noi oggi voteremo al Parlamento Europeo no all’emendamento che prevede l’utilizzo delle armi al di fuori del territorio ucraino in sintonia con quello che ha sempre deciso il governo. E in sintonia con le scelte del Consiglio affari esteri che non ha approvato la proposta di Borrell di usare le armi fuori dal confine ucraino. Voteremo a favore della risoluzione e sostegno dell’Ucraina, questo sì”.

Per lui ogni paese è libero di decidere, perché si tratta di accordi bilaterali, e dice che l’Italia è dalla parte dell’Ucraina. Per questo voterà sì e continuerà ad aiutarla politicamente, finanziariamente e militarmente. Ma sottolinea che il nostro paese non è in guerra con la Russia, quindi bisogna essere prudenti e anche gli Usa stanno agendo con cautela.

Ha precisato di comprendere le ragioni degli ucraini che insistono nel poter usare le armi fornite loro dall’Occidente per colpire la Russia fuori dal territorio ucraino, ma “noi dobbiamo come italiani lavorare per la pace. Io sono favorevole a una conferenza di pace che veda anche la partecipazione, come ha detto lo stesso Zelensky, dei russi e dei cinesi purché non arrivino i russi con una soluzione preconfezionata. Non si può concludere con la resa dell’Ucraina, questo mi pare ovvio”.

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