Way Technological Systems

Tajani nega l’invio di armi a Israele: “Per legge all’Italia è vietato dal 7 ottobre”

Sul possibile disarmo delle truppe di Hezbollah, Tajani ha chiarito che al momento Unifil non può procedere perché le regole di ingaggio non lo permettono; sul fronte della manovra finanziaria italiana il vicepremier ha ribadito che non vi sarà alcuna tassazione degli extraprofitti delle banche

5 Min di lettura

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che i contingenti Unifil non lasceranno il Libano. Le richieste di Benjamin Netanyahu non hanno quindi ottenuto una risposta favorevole, ma avrebbero indispettito sia l’Italia sia le Nazioni Unite, che hanno sottolineato di non prendere ordini da nessuno. Al momento esisterebbero diversi piani di evacuazione, come dichiarato dallo stesso ministro, che ha però anche sottolineato che questi non sottintendono che l’evacuazione avverrà davvero.

I nostri piani sono sempre pronti, perché altrimenti saremmo uno Stato che non è in grado di aiutare i propri cittadini. Dire che si usano è un altro conto” ha infatti dichiarato il ministro, evidenziando che i soldati italiani seguiranno ovviamente le direttive che arriveranno dall’Onu stessa. “L’Italia ha detto che non evacuerà i propri militari a meno che non sia una decisione delle Nazioni Unite. Mi sembra che le Nazioni Unite vogliano rimanere” ha dichiarato Tajani, sottolineando che gli attacchi verso le basi Unifil da parte di Israele sono “inaccettabili” e come i soldati italiani debbano rimanere intoccabili perché “hanno sempre fatto il loro dovere e non sono terroristi di Hezbollah“.

Il ministro, che al momento si trova a Berlino, è stato incalzato dalla stampa italiana anche sui temi della manovra finanziaria. Il leader di Forza Italia ha quindi ricordato che il suo partito è fermamente contrario alla tassazione degli extraprofitti, così come al generico aumento delle tasse. Al momento però non vi sarebbero certezze sul futuro dell’economia italiana e sul tavolo del Mef sono ancora numerose le proposte da valutare.

Tajani: “Dal 7 ottobre l’Italia non ha più fornito armi ad Israele

Tornando alle questioni legate al Medio Oriente, il ministro degli Esteri ha voluto specificare che dallo scorso 7 ottobre l’Italia ha smesso di fornire armi allo Stato di Israele. “Non c’è più un contratto che autorizza la vendita di armi. Quindi non ne sono state date più” ha evidenziato il vicepremier forzista, sottolineando che i dati forniti dall’Istat avrebbero fatto riferimento a “eventualmente prodotti militari che erano parte di vecchi contratti“. Quindi, alla domanda sulla possibilità che sulle navi israeliane che colpiscono il Libano siano presenti armi italiane, Tajani ha risposto duramente: “Se sono armi vendute in passato io questo non lo so. Ma noi non ne abbiamo più vendute“.

Al momento resta da comprendere se sia in qualche modo possibile un disarmo delle truppe di Hezbollah che minaccerebbero l’equilibrio della Regione. Sulla questione, il vicepremier è rimasto piuttosto vago, sottolineando che “le attuali regole di ingaggio dell’Unifil non vanno bene” per questa specifica situazione. Infatti, se l’obiettivo delle Nazioni Unite fosse quello di disarmare le truppe di Hezbollah allora sarebbe necessario modificare tali regole, in quanto le truppe non sarebbero fornite neanche dell’equipaggiamento adatto per “imporre decisioni di questo tipo“.

Tajani: “Nessuna tassa punitiva per le banche

Il tema della manovra finanziaria avrebbe colpito piuttosto da vicino il vicepremier Antonio Tajani, il quale ormai da settimane si batte per eliminare qualsiasi possibile tassa sugli extraprofitti delle banche. In realtà la stessa dicitura di “extraprofitto” per il leader forzista sarebbe una forzatura da “regime“, in quanto un Paese democratico non decide “cosa è extra e cosa non lo è“. In questo senso, Tajani ha specificato che nella prossima Legge di bilancio potrebbe essere previsto un accordo con gli istituti affinché possano aiutare lo Stato in questo momento particolare” ma al contempo non vi sarà “alcuna visione positiva, nessuna tassa sugli extraprofitti“.

Nuovamente incalzato sul taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea, Tajani ha deciso di mettere le mani avanti, sostenendo di non avere intenzione di “interferire, né di chiamare Lagarde” per evitare polemiche come quelle di alcuni mesi fa. “In questa fase è utile abbassare il prezzo del denaro” ha però evidenziato il vicepremier, per poi aggiungere: “Credo che la Banca centrale debba trovare il coraggio di tagliare non solo dello 0,25 ma dello 0.50. Sarebbe un bel segnale. Avrà il coraggio? Speriamo“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo

Avvertenza legale sulle immagini

Alcune delle immagini pubblicate all’interno di questa testata giornalistica sono tratte da fonti online liberamente accessibili. Tali immagini non sono in alcun modo utilizzate per finalità commerciali e i relativi diritti restano di esclusiva titolarità dei rispettivi aventi diritto.

Nonostante le verifiche preventive effettuate dagli autori (incluse, a titolo esemplificativo, l’analisi di metadati, Exif, watermark, loghi o altri segni distintivi), qualora la pubblicazione di un contenuto grafico dovesse risultare lesiva di diritti di proprietà intellettuale o di altri diritti soggettivi, la redazione, su richiesta del titolare, si impegna a rimuoverlo immediatamente o, ove richiesto, a indicarne correttamente l’attribuzione.

Eventuali segnalazioni possono essere inoltrate all’indirizzo e-mail: proprietaintellettuale@ildifforme.it.

In caso di accertata violazione, la redazione adotterà senza indugio ogni misura necessaria alla cessazione della stessa.