Il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani è stato intervistato da Il Messaggero a cui ha parlato, tra le altre cose, di tutte le questioni legate alla situazione mediorientale, delle elezioni in Georgia e l’interferenza russa, e delle elezioni statunitensi. In particolare si è concentrato sul Medio Oriente rivelando cosa pensa degli sviluppi in corso e dei possibili scenari futuri.
Tajani sulla situazione in Medio Oriente
Al ministro viene chiesto quale messaggio vuole mandare al governo iraniano in questo momento di alta tensione a causa dell’attacco israeliano di qualche giorno fa. Per Tajani ora Teheran non deve reagire, perché è fondamentale evitare l’escalation. Israele ha messo in atto un attacco mirato in risposta all’attacco mirato dell’Iran di inizio ottobre, quindi non si sta verificando una guerra generalizzata.
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“Deve prevalere la responsabilità e tutti devono fare la propria parte”, in particolare l’Iran deve convincere gli Hezbollah, gli Huthi e i miliziani siriani a non attaccare più Israele. Il ministro ha la speranza che il nuovo governo iraniano non voglia scatenare la guerra, e dato che ognuno ha reagito e controreagito, “ora prevalga la diplomazia”. E questa strada può essere perseguita solo se l’Iran ordina ai suoi alleati di fermarsi e Israele arriva al cessate il fuoco, dato che ormai ha vinto militarmente a Gaza.
Tajani si dice convinto che la Farnesina può giocare un ruolo nella fase di transizione a Gaza e in Libano. “Dobbiamo favorire la designazione al più presto del nuovo presidente del Libano“, perché senza il Capo dello Stato il governo libanese non può funzionare al meglio e non potrà intraprendere l’obiettivo tregua con Israele. Inoltre è necessario rendere più forte l’esercito regolare libanese per poter assicurare un controllo effettivo sul territorio nazionale.
L’esercito dovrebbe inoltre occupare uno dei due territori cuscinetto tra Israele e Hezbollah, quello più a nord, per poter impedire qualsiasi attacco di questi ultimi contro Gerusalemme. Mentre l’altro territorio cuscinetto, quello più a sud, resta sotto il controllo della missione Unifil, che però deve essere rafforzata e c’è la necessità di nuove regole d’ingaggio.
Per quanto riguarda le popolazioni che ogni giorno vengono colpite dalla guerra, il ministro dichiara che stanno lavorando per la “salvaguardia della vita e delle condizioni di vivibilità dei civili” libanesi, palestinesi e siriani che vivono in Libano. Sono in corso vari progetti, come il Food for Gaza, grazie al quale sono state inviate e distribuite già una sessantina di tonnellate di cibo. Ora sono stati regalati al programma alimentare mondiale 15 tir pieni di materiale sanitario e cibo che partiranno da Genova per arrivare a Gaza. Inoltre la settimana scorsa sono stati stanziati 25 milioni di euro aggiuntivi per aiutare le popolazioni sia in Palestina che in Libano.
Tajani assicura che nonostante la guerra, esiste la collaborazione tra nemici sul piano umanitario: “Tutto ciò che facciamo a Gaza lo facciamo con il sostegno di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese”. E questa collaborazione è possibile anche grazie alla capacità diplomatica italiana. Il ministro ricorda che nella conferenza internazionale per gli aiuti umanitari nel quadro G7 a Pescara, erano presenti palestinesi, israeliani e libanesi e “questo ha rappresentato un successo politico del nostro paese”. Mentre sottolinea che a Parigi, nell’altra conferenza sugli aiuti, c’erano solo palestinesi e libanesi.
Riguardo a Netanyahu, Tajani confessa che il premier israeliano vuole sconfiggere Hamas e Hezbollah e quello che preoccupa sono le sorti dei civili. “Va sensibilizzato in questo senso Netanyahu”, senza però negare a Israele il diritto all’autodifesa. Ieri c’è stato un attentato a Tel Aviv, dopo il tentativo di colpire la residenza del premier israeliano, quindi se gli altri continuano ad attaccare non si può costringere Israele a non difendersi. L’Iran in questo senso ha la responsabilità di fermare il terrorismo. “In ogni caso, è giunto il momento del cessate il fuoco e che tutti facciano la propria parte. Israele compreso”.
Elezioni in Georgia e in Usa
Spostando il focus dell’intervista ad altri temi attuali esteri, viene chiesto al ministro quanto sia preoccupante la vittoria filorussa in Georgia. Tajani risponde spiegando che la Russia non sta attaccando solo militarmente sul campo di guerra, ma sta tentando di influenzare la politica e le elezioni in Moldavia e in Georgia e sta sferrando attacchi cibernetici in molto paesi, compresa l’Italia. Infatti “abbiamo alzato tutte le barriere informatiche di difesa”, e ormai è sorta la necessità di vigilare sempre di più le elezioni che si tengono nei paesi europei. Quindi i partiti sconfitti georgiani hanno ragione a denunciare manipolazioni nelle elezioni che si sono appena tenute, “e noi tutti conosciamo quali sono i sistemi russi d’ingerenza”.
Sulle elezioni statunitensi, Tajani spiega che il governo italiano manterrà sempre dei buoni rapporti con gli Usa, non importa chi vincerà. “Noi siamo amici di quel grande Paese a prescindere da chi vinca le elezioni. È la nostra storia repubblicana che ci ha collocato affianco degli Usa e continueremo su questa strada sia con Trump sia con Harris”. Nella maggioranza ognuno ha le sue idee, per esempio Salvini è pro Trump, ma per Tajani “così come non vogliamo le ingerenze degli altri, non dobbiamo ingerire nella politica di Paesi che non sono il nostro”.
Il vicepremier spera che né Trump e né Harris abbandonino lo scenario geopolitico europeo e mediterraneo-africano. Perché questa zona della terra è fondamentale anche per gli Usa, soprattutto riguardo alle sfide politiche ed economiche. “Perciò in qualità di presidente del G7, continuo a dire che serve da parte delle grandi democrazie liberali del mondo una strategia molto ambiziosa”, ovvero incentivare la democrazia. Perché nella sfida tra democrazia e autocrazia c’è l’attacco all’euro e al dollaro, per sostituirli nei grandi contratti con altri tipi di monete.
Europa e Raffaele Fitto
L’unico modo per Tajani per fermare l’espansionismo della Russia e della Cina è puntare “sulla forza di noi stessi”. Per questo devono esserci più Nato, Ue e G7 e più “capacità di fermare le pulsioni nazionalistiche che portano danni ovunque”. Sfruttando il tema Europa gli viene chiesto infine come sta andando la situazione del vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto e Tajani risponde che sta andando bene, sia grazie alle sue qualità politiche, sia per l’appoggio del Ppe. “Per lui non vedo problemi. Se i socialisti dovessero attaccarlo, farebbero un grave danno alla vicepresidente designata della Commissione, la socialista Ribera” conclude.
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