Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in questi giorni ha assunto una posizione strategica nella politica italiana a causa del nuovo conflitto scoppiato in Medio Oriente. La Farnesina, ovvero il ministero degli Esteri italiano, ha l’obiettivo di tenere sotto stretto controllo la situazione, in modo da non lasciare che il Paese si trovi impreparato davanti all’evoluzione degli eventi. Ospite a Zona Bianca su Rete 4, il leader di Forza Italia ha avuto l’opportunità di chiarire alcuni aspetti della situazione in corso, cercando anche di rassicurare la popolazione italiana.
“Non si sta rischiando la Terza guerra mondiale“, ha infatti sostenuto il vicepremier, confermando però che la situazione in Medio Oriente al momento è “tesissima“. Il nuovo conflitto rischia infatti di far peggiorare anche la situazione tra Israele e Hamas, impegnati in una guerra da più di un anno e mezzo. Il titolare della Farnesina ha poi confermato che l’attacco di Israele è stato dettato dalla possibilità che l’Iran si dotasse nuovamente di armi nucleari.
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Una possibilità che per lo Stato ebraico non sarebbe immaginabile, in quanto implicherebbe la sua distruzione. “Tel Aviv non lo può accettare perché metterebbe in pericolo la sua sopravvivenza“, ha infatti chiarito Tajani, per poi sottolineare che ora è il momento di mettere in atto la diplomazia e lavorare tutti verso l’obiettivo comune, ovvero la de-escalation.
Sulla possibilità di attentati in Italia in relazione al conflitto, Tajani ha voluto essere chiarissimo. “Nel nostro Paese non c’è un rischio forte“, ha sostenuto, per poi aggiungere che i pericoli in questo senso sono sempre esistenti e al momento “tutto ciò che era possibile fare a livello preventivo è stato fatto e si continua a fare“. Proprio per questo, il titolare della Farnesina ha voluto ringraziare il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per il lavoro svolto finora.
Tajani: “Su veto Usa su uccisione Khameini non mi esprimo”
I fronti di questo conflitto sono numerosi e il ministro degli Esteri ha tentato di chiarirli tutti, senza però cadere in terreni accidentati. Incalzato sul possibile veto Usa sull’uccisione dell’Ayatollah Khameini da parte di Israele, Tajani ha deciso di non rispondere per evitare di addentrarsi in un percorso pericoloso. “Siamo in un momento delicatissimo. Bisogna lavorare di cesello per evitare che la situazione precipiti. È inutile e superficiale fare commenti“, ha spiegato.
Al momento, infatti, sembra complesso capire cosa stia realmente accadendo. Un funzionario Usa avrebbe confermato all’agenzia di stampa Reuters il veto da parte dell’amministrazione statunitense, mentre il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sostenuto che tale informazione sarebbe una Fake News.
Allo stesso modo, sulla possibilità presentata da Trump di permettere al presidente russo, Vladimir Putin, di fare da mediatore tra Iran e Israele, Antonio Tajani ha sostenuto di non avere commenti da fare. “Non saprei, vediamo come si sviluppa la situazione“, ha dichiarato a Zona Bianca, per poi ricordare che al momento i bombardamenti tra i due Stati non sono cessati, ma è possibile che questo sia un conflitto che durerà alcuni giorni e per cui non sarà necessario un mediatore.
Tajani e il colloquio con l’omologo francese Barrot
Nella giornata di oggi, Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri francese, Jean Noel Barrot. Una conversazione che, come ha fatto sapere la Farnesina, si è concentrata sulle operazioni militari fra Iran e Israele e sulla possibilità di costruire velocemente un percorso politico e diplomatico che porti all’interruzione della guerra, anche per evitare una pericolosa escalation nella regione.
I due ministri hanno quindi scambiato ipotesi ed idee sul Consiglio Ue degli Esteri che si svolgerà la prossima settimana, al fine di creare una discussione completa che tenga in considerazione tutti i punti di vista. Barrot e Tajani si sono trovati d’accordo sulla necessità che l’Ue partecipi sin da subito ai negoziati tra le due parti e in questo senso Italia e Francia manterranno uno stretto coordinamento per rispondere al meglio alla crisi.
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