Davanti al Consiglio degli Affari esteri, il vicepresidente del Consiglio ammette di voler trovare una soluzione comune sulle tensioni sulla gestione dei migranti
Antonio Tajani cerca di ricucire i rapporti tra Italia e Francia, portando la “questione migranti” sul tavolo del Consiglio Affari esteri, dove tutti i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno affrontato il tema. Un confronto sereno, senza fratture, dove è emersa la volontà da parte di trovare una soluzione comune, così come commenta il ministro degli Esteri.
Sicuramente non era previsto come tema del giorno. Ma inutile a dirsi: “È stato inevitabile”, come sottolinea l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, a consiglio concluso.
Di sicuro ineluttabile e strettamente necessario affrontare il tema dopo alcuni “eventi del Mediterraneo”, come li definisce Borrell, o meglio: una delle crisi diplomatiche più tese tra Francia e Italia, scattata dopo la decisione francese di accogliere la nave dell’Ong Ocean Viking che ha trovato i porti italiani chiusi.
“Richiamerò l’importanza dell’unità europea, della responsabilità per le vite umane e della solidarietà degli europei. E ne approfitto per ringraziare gli undici Paesi che aiutano la Francia ad accogliere i rifugiati che sono arrivati lo scorso fine settimana“, così ha sottolineato la sottosegretaria agli Affari europei, Laurence Boone, (che sostituisce la ministra Cathrine Colonna impegnata al G20 di Bali), al suo arrivo alla riunione dei capi della diplomazia dei Ventisette.
“Ho avuto un colloquio lungo molto positivo con la ministra francese. Anche il suo intervento al dibattito è stato sereno“, è il resoconto di Tajani. “Evidentemente dopo il colloquio Mattarella Macron i toni sono stati più sereni rispetto ai giorni scorsi“, ha spiegato dopo aver avuto un bilaterale anche con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Sicuramente infatti la telefonata tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente francese, Emmanuel Macron, ha sortito immediatamente i suoi effetti anche al Palazzo Europa.
La linea italiana, ribadita da Tajani: a breve, a medio e a lungo termine
“Abbiamo posto un problema politico europeo, che non riguarda non solo l’Italia e non è contro la Francia o contro la Germania. E mi è sembrato che la necessità di una soluzione europea sia stata colta da tutti. Per questo ho anche insistito per una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e degli Interni per affrontare la questione in maniera completa. Per il resto nessuna frattura ed è ovvio che la questione migratoria non ha ripercussioni su altri dossier con la Francia”, afferma il vertice della Farnesina.
Nel breve termine bisogna “applicare le regole che ci sono già“. E valgono sia per le Ong “che devono rispettare il codice di condotta e smettere di agire solo in base alla propria volontà” ma anche per gli Stati perché “serve l’applicazione della solidarietà europea che prevede le redistribuzione tra gli Stati“.
È necessario “migliorare le regole che ci sono e collaborare con i Paesi terzi, sia Balcani che Nordafrica”. Con collaborazione si intende anche il finanziamento per “potenziare i controlli ai confini e privare i trafficanti delle loro barche distruggendo i motori“.
Il vice premier già la prossima settimana (lunedì e martedì) sarà in Kosovo e in Serbia. “Perché c’è un’emergenza in corso“. Ma certamente si recherà in Nord Africa per cercare accordi con i Paesi di origine e di transito.
Per una strategia a lungo termine, Tajani propone “un Piano Marshall per l’Africa da cento miliardi di euro. Poiché in futuro la sua popolazione raggiungerà i tre miliardi di abitanti“.
Quello che succederà nei prossimi giorni, se dovesse arrivare una nuova nave Ong in acque territoriali italiane, per Tajani “dipenderà dal comportamento dell’Ong“. Ogni caso viene valutato separatamente.
La linea della Commissione europea
“Non facciamo differenze che si tratti di una nave Ong o di altro tipo, c’è un chiaro obbligo legale e senza equivoci che la salvaguardia della vita umana deve avere la priorità a prescindere dalle circostanze che hanno portato queste persone a una situazione di emergenza”.
“Finora non è stata presa alcuna decisione sull’eventuale Consiglio straordinario degli Affari interni“. Così fanno sapere infine fonti della presidenza del Consiglio.