Il Cremlino chiede una riunione d’emergenza all’Onu e attacca gli ucraini dopo la denuncia del massacro «Kiev sta mentendo, non è stato il nostro esercito». Gli inglesi declinano la richiesta e da Mosca promettono indagini
Non si sono fatte attendere le prime risposte di Mosca in merito al presunto eccidio compiuto ai danni della popolazione civile nella città di Bucha, da parte delle truppe russe in ripiegamento.
La denuncia, nelle scorse ore, è stata sporta dal sindaco della cittadina ucraina Anatoly Fedoruk, che direttamente sui canali social del Paese, aveva annunciato il ritrovamento di fosse comuni oltre all’ingente numero di cadaveri disseminati per le strade della città
La replica del Cremlino
La replica del Cremlino è stata chiara, la portavoce del Ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha scritto su Telegram che la Russia avrebbe fatto richiesta formale per l’avvio di una riunione urgente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Riunione che si sarebbe dovuta svolgere nel pomeriggio del 4 aprile per discutere di quelle che il governo russo ha definito «provocazioni da parte di soldati ucraini e gruppi radicali». La missione britannica presso le Nazioni Unite, detentrice della presidenza del consiglio per aprile, ha declinato la richiesta formulata dalla Russia.
La posizione del ministero della Difesa
Netta presa di posizione del ministero della Difesa russo che ha definito le scene di Bucha come «l’ennesima esibizione del regime di Kiev», annunciando l’avvio di un’indagine specifica, atta a dimostrare il coinvolgimento delle autorità ucraine nella diffusione di «informazioni deliberatamente false sulle forze armate russe impegnate a Bucha, nel tentativo di aumentare il tenore delle sanzioni occidentali».