A circa 20 giorni dal referendum sul lavoro e la cittadinanza, che si è svolto tra l’8 e il 9 giugno senza raggiungere il quorum in nessuno dei 5 quesiti, è arrivato il momento di tirare le fila sulla situazione politica italiana. La Supermedia Youtrend, realizzata per Agi facendo una media dei principali sondaggi nazionali, mostra un quadro politico non eccessivamente modificato rispetto a due settimane fa. Eppure, i minimi spostamenti di consenso permettono di ricostruire quanto accaduto nelle scorse due settimane.
C’è da tenere in considerazione innanzitutto la complessa situazione internazionale. Il sondaggio è stato realizzato su dati raccolti tra il 12 e il 25 giugno, ovvero nel pieno della crisi iraniana. Un momento particolarmente difficile per l’Italia, che si è trovata a dover gestire la possibile escalation del conflitto mediorientale. La mobilitazione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che è il leader di Forza Italia, ha portato ovvi benefici al partito.
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Nonostante le critiche delle opposizioni, che hanno affondato contro il titolare della Farnesina, in quanto ritenuto poco presente e soprattutto poco chiaro sulle intenzioni del governo nei confronti della guerra, FI è riuscita a tornare sopra il 9% dei consensi grazie allo 0,2% guadagnato in queste due settimane. Il partito di Giorgia Meloni guadagna un +0,1%, che cambia di ben poco la situazione (FdI è al 30,3%) ma che assesta la forza politica al allontanandola dal rischio di retrocedere sotto il 30%.
Sondaggi: male Pd e Italia Viva, Azione balza in Avanti e FdI si blinda oltre il 30%
A far riflettere è il “crollo” del partito democratico. Nello scorso sondaggio, il partito di Elly Schlein era riuscito a raggiungere il 23%, con un considerevole balzo in avanti che aveva dimostrato come l’alternativa al governo sia effettivamente realizzabile. La seconda metà di luglio si è invece trasformata in un incubo per i democratici, che hanno visto naufragare il referendum, come auspicato dal centrodestra.
Gli appelli di Schlein per convincere il popolo ad andare alle urne si sono rivelati vani e sembra che il disastroso risultato ottenuto abbia affossato i consensi del partito. Il Pd, dunque, chiude giugno tornando al 22,6%, perdendo la percentuale più alta di consensi e allontanandosi sempre di più dal primo partito del Paese. Specularmente, Azione di Carlo Calenda compie il balzo in avanti più lungo. Il centrista, che ha adottato posizioni dialoganti con il governo, guadagna un +0,4%, riuscendo ad arrivare a un dignitoso 3,5%, come già accaduto altre volte in passato.
Un segno positivo per il centro, che in questo periodo è alla ricerca di consensi che gli permettano di costruirsi una vera e propria fetta di elettori. Meno soddisfacente la situazione di Italia Viva di Matteo Renzi, sempre al centro ma con una posizione nettamente contraria all’esecutivo Meloni. Come il Pd, Iv perde lo 0,4% arrivando al 2,1% e non riuscendo a raggiungere la soglia del 3%.
Sondaggi, nessun particolare movimento nel resto delle forze politiche
Nel resto del parterre politico non si registrano eccessivi cambiamenti. Il Movimento 5 Stelle resta fisso al 12,2%, con un arresto del trend in crescita registrato nelle scorse settimane. Nonostante le minacce dei conflitti delle scorse settimane, le posizioni pacifiste del partito di Giuseppe Conte non hanno ripagato come avrebbero dovuto. Situazione piuttosto simile anche per la Lega, che perde lo 0,1% e si attesta sll’8,3%, allontanandosi drasticamente da Forza Italia.
Il terzo mandato e le difficoltà a trovare una posizione fissa in politica estera non ripagano gli sforzi di Matteo Salvini, che si trova a dover costruire nuovi consensi trovando un posizionamento adatto a livello politico. Bene Avs di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che cresce dello 0,1% arrivando al 6,4%. Noi Moderati di Maurizio Lupi non si muove dall’1%, mentre +Europa di Riccardo Magi perde lo 0,2% e si allontana dall’obiettivo del 2%, fermandosi all’1,6%.
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