È da tempo ormai che si parla di possibili ombre che stanno caratterizzando il rapporto tra il governo e i servizi segreti. La presidente Giorgia Meloni ha commentato la situazione dicendo: “So quali sono i complotti eventuali e da dove vengono”. Probabilmente questi misteriosi contrasti tra queste due istituzioni non porteranno a minacciare la sicurezza nazionale, ma potrebbero rendere instabile l’equilibrio nella maggioranza.
Casi recenti sulle lacune nei servizi segreti
Si è parlato del ministro della Difesa Guido Crosetto che si è insospettito riguardo il lavoro dell’Aise, a causa di più episodi in cui l’agenzia non avrebbe rivelato importanti informazioni “che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale”. Tra Crosetto e l’Aise non scorre buon sangue, nonostante abbia confermato di avere piena fiducia nell’agenzia.
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Sono diversi i casi recenti che hanno rivelato dei problemi nell’Intelligence. Lo stesso caso Sangiuliano-Boccia, noto alle cronache, è rappresentativo dei buchi nei servizi segreti, in quanto l’imprenditrice Boccia è riuscita per mesi a introdursi nelle riunioni ministeriali registrando e filmando documenti e conversazioni indisturbata.
La presidente del consiglio Meloni ultimamente aveva parlato di tre persone che sospetta potrebbero tramare contro il suo governo: Matteo Renzi, l’ex agente segreto Marco Mancini e lo scrittore Luigi Bisignani. A questa accusa lo scrittore ha risposto negando: “Questa cosa mi fa molto ridere” aggiungendo che “Mancini l’ho conosciuto anni fa, ma non lo vedo né lo sento da molto tempo”, mentre riguardo a Renzi, “il mio libro I potenti ai tempi di Renzi non gli piacque affatto. Poi con il passare degli anni il rapporto è molto migliorato”.
Ha poi rivelato che per lui “Meloni ha una passione sfrenata per i Servizi, quasi un’ossessione, come tutti i neofiti di Palazzo Chigi legge con grande attenzione i report che le finiscono sul tavolo al mattino. Ma se ti impicci troppo poi finisci per essere vittima di quelle veline che i Servizi scrivono con finalità autoreferenziali. Giorgia dovrebbe volare più alto. Invece vedo che c’è un problema con i Servizi”. Ha parlato poi del caso Boccia dicendo che era conosciuta da molti, perché girava da anni in Parlamento, quindi “i Servizi avrebbero dovuto avvisare la presidente del Consiglio e forse le avrebbero evitato alcune brutte figure, come quando ha difeso Sangiuliano o ha aspettato vari giorni per cacciarlo”.
Misteriosi episodi che coinvolgono Meloni
Nella notte tra il 30 novembre e 1° dicembre scorso la scorta di Meloni, sotto casa della premier, aveva fermato due uomini che girovagavano attorno l’auto dell’ex compagno Andrea Giambruno. I due uomini vennero fermati da un Carabiniere di scorta e si identificarono come due agenti dei servizi Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, in particolare membri della scorta di Meloni. Ma un’altra indagine di due mesi dopo, svolta dai servizi stessi, concluse che i due sarebbero stati dei ricettatori già noti alle forze dell’ordine, probabilmente interessati a qualche bene di valore e non si trattava quindi di agenti in servizio.
Negli ultimi mesi sono state svaligiate la casa di fronte alla vecchia abitazione di Giorgia Meloni e la casa accanto alla nuova, nel quartiere romano del Torrino.
Più volte la premier ha sottolineato di fidarsi “ciecamente di Alfredo Mantovano e di Elisabetta Belloni“, rispettivamente l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica e la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Ma ciò non esclude che la premier stia all’erta riguardo altri soggetti e piste che contornano l’ambiente governativo. Chiunque si trovi in mezzo a questi misteri che stanno caratterizzando il governo e i servizi segreti, non sta rendendo un buon servizio alle istituzioni che deve difendere.
Ormai si può intendere che una guerra tra le agenzie Aisi e Aise, l’Arma e la GdF – non nella loro organicità ma con alcune figure di vertice – si stia svolgendo in questi ultimi tempi. Lo stesso allontanamento dell’ex agente segreto e dirigente del Dis Marco Mancini potrebbe essere rappresentativo di questo riassetto interno.
Questo potrebbe portare quindi a un deteriorarsi dei rapporti tra la presidente Meloni e il ministro della Difesa Crosetto, che attualmente è ben saldo, ma che deve essere protetto. A questo fine e per garantire una rinnovata stabilità tra governo e servizi segreti, è necessario lavorare per rimettere in carreggiata l’Intelligence.
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