L’ondata di violenze perpetrate da minori che si sono verificate nel nostro Paese ha convinto il governo della necessità di un giro di vite sulla scuola, affinché queste diventino luoghi di apprendimento ma anche di educazione al rispetto. Un tentativo di riportare ordine e sicurezza tra i più giovani, troppo spesso abbandonati dalle istituzioni, annoiati e anche poco informati, che però non ha convinto le opposizioni. Il ddl Valditara, approvato ieri alla Camera con 154 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astenuti, secondo il centrosinistra sarebbe solamente un tentativo di rendere le scuole “più autoritarie“.
Una modalità di approccio che però non sarebbe funzionale, soprattutto perché indurrebbe i giovani alla paura e trasformerebbe la scuola in un luogo sempre più da temere e disprezzare. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha invece chiarito che il ddl rappresenta “un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti“. Il ministro, da ormai diversi mesi, è impegnato in prima linea per mettere fine alle violenze che troppo spesso subiscono insegnanti e dipendenti del settore scolastico.
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Una situazione che ha assunto giorno dopo giorno una dimensione preoccupante, visti i numeri delle violenze in crescita e gli appelli accorati degli insegnanti, stremati dalle difficoltà che l’insegnamento nel ventunesimo secolo porta con sé. Valditara ha quindi voluto rispondere alle grida di disperazione del settore, cercando di produrre una riforma scolastica che sia allo stesso tempo dura ed efficace. Corsi per i ragazzi che infrangono le regole, griglie più stringenti per l’assegnazione del voto in condotta e maggiori conseguenze per chi decide di delinquere o utilizzare la violenza contro il personale scolastico. Un mix di rafforzamenti che sembra soddisfare il settore della scuola e allo stesso tempo preoccupare associazioni e partiti di opposizione.
Le novità del ddl Valditara
Il disegno di legge a firma del ministro dell’Istruzione contiene una serie di novità in materia, in particolare per quanto riguarda il comportamento degli alunni durante le lezioni e nei periodi immediatamente precedenti o successivi all’entrata e all’uscita da scuola. Il ministro ha deciso di inserire nuovamente i giudizi sintetici – sufficiente, buono, ottimo – alle scuole elementari, così che il voto possa essere accompagnato da un breve commento dell’insegnante specifico per ogni studenti.
Alle medie e alle superiori i voti rimarranno numerici, ma il voto in condotta assumerà una valenza ben più influente. Questo, infatti, farà media con l’insieme degli altri voti e, nel caso in cui sia inferiore al 6, potrà decidere la bocciatura dello studente. Nel caso in cui fosse appena sufficiente, prevedrà per l’alunno un esame di riparazione a settembre sulle materie dell’educazione civica e, nel caso in cui non fosse superato, anche la bocciatura. Inoltre, nel caso delle scuole superiori, sarà possibile assegnare il massimo numero di crediti allo studente solo nel caso in cui questo abbia in condotta un voto pari o superiore al nove.
Per quanto riguarda gli studenti che danneggiano gli istituti scolastici o che insultano e aggrediscono il personale sono previste sanzioni più dure rispetto al passato. La famiglia degli alunni, infatti, dovrà procedere al pagamento di multe dai 500 ai 1mila euro a a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa. Nel caso di sospensione, poi, i ragazzi saranno costretti comunque a recarsi a scuola, dove seguiranno corsi specifici a seconda dell’infrazione commessa, oppure saranno impegnati in attività extrascolastiche educative presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche.
I dubbi sulla riforma della scuola
Le novità introdotte dal ministro Valditara, però, intimoriscono le opposizioni e anche diverse associazioni. La preoccupazione è che la scuola da luogo di libertà ed espressione diventi un luogo in cui l’autorità opprime e soffoca. Se da un lato è innegabile il grave problema della violenza tra minori, dall’altro la possibilità di punire i giovani studenti per le loro malefatte non sembra un sistema rieducativo efficace. La possibilità di corsi scolastici ed extrascolastici già rappresenta un passo in avanti in questo senso, ma l’uso del voto in condotta come arma per spaventare i giovani e tenerli lontani dalla delinquenza, non sembra corretto né di esempio.
Per Alleanza Verdi e Sinistra di tratta di un “simbolo di idea repressiva e retrograda“, una sorta di mitigato ritorno al passato, in cui la violenza a scuola era evitata tramite altra violenza. Per il Movimento 5 Stelle la riforma introdotta da Valditara renderà la scuola “tutta chiacchiere e distintivo“, ovvero un luogo in cui la punizione è fine a se stessa e non accompagnata da un percorso realmente efficace ed utile allo studente.
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