“Il campo largo non esiste più” ha decretato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, mandando in fumo mesi di lavoro portato avanti da Elly Schlein, la segretaria del Pd con un sogno “testardamente unitario“. Gli scontri tra Italia Viva e Movimento 5 Stelle non sembrano prossimi ad una fine e non sembrerebbe possibile neanche trovare una sorta di accordo, un’alleanza a distanza che possa permettere comunque la nascita di una coalizione.
Renzi e Conte non hanno intenzione di collaborare, neanche se l’obiettivo finale è quello di far parte realmente di una alternativa al governo di Giorgia Meloni. Il veto di Giuseppe Conte, però, avrebbe infastidito gli altri partecipanti della coalizione che non riterrebbero corretto il comportamento del leader pentastellato. Il leader del M5S, infatti, avrebbe posto anche alcuni limiti sulle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna. Sembrerebbe infatti che i pentastellati possano ritirare il loro sostegno a Michele De Pascale nel caso in cui accanto al suo nome vi sia anche il simbolo di Italia Viva.
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“Noi rispettiamo le scelte delle nostre federazioni territoriali, chissà che il presidente Conte non capisca che decidere da Roma le cose non sempre porta bene” ha dichiarato Debora Serracchiani ponendo l’accento sulla comunità territoriale che all’interno di questo scontro potrebbe avere la parola finale. Questo commento infatti non sembrerebbe essere stato pronunciato a caso, viste anche le difficoltà che il centrosinistra potrebbe affrontare in queste elezioni.
Paita: “Il simbolo di Iv in Emilia Romagna rimarrà“
Il veto del Movimento 5 Stelle continua quindi a creare enormi problematiche alla coalizione di centrosinistra, a causa delle difficoltà di costruire un’agenda convincente mentre le parti in gioco sono ancora da definire. “La conditio sine qua non per una nostra presenza, è che Iv e il suo simbolo non siano in coalizione, come già definito dagli accordi iniziali” hanno dichiarato i pentastellati, sostenendo che De Pascale potrebbe perdere il loro appoggio se mantenesse quello di Matteo Renzi.
La renziana Raffaella Paita, però, non demorde sulla questione e dichiara a gran voce che il simbolo di Italia Viva rimarrà di fianco al nome di De Pascale, qualunque cosa accada. Nel mezzo c’è Elly Schlein che per il momento sembrerebbe aver deciso di non intervenire nella questione, proseguendo i lavori per la costruzione di un’agenda politica realmente efficiente e soprattutto convincente. Chi, invece, tenta di costruire dei ponti per risanare una frattura che sembrerebbe profondissima sono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra.
“Alle Regionali siamo per rispettare l’intesa programmatica e stare nell’alleanza di centrosinistra, speriamo che anche il M5s faccia altrettanto” si legge infatti in una loro dichiarazione, necessaria a tentare di ricostituire un legame forte che rafforzi il centrosinistra stesso. Giuseppe Conte, però, ha immediatamente risposto all’insinuazione, sostenendo che il veto su Iv non è figlio di una questione personalistica ma “di una questione politica dirimente e seria” che non deve in alcun modo essere ridotta ad una “polemicuccia“.
La strategia di Elly Schlein
La figura centro della questione, Elly Schlein, ha deciso di mantenere il silenzio. Nessun commento, nessun incontro né una dichiarazione ufficiale sulla questione. La segretaria del Pd sembrerebbe aver deciso di non farsi tirare in ballo nella questione, preferendo continuare a lavorare per rafforzare e migliorare la coalizione. Già nei giorni scorsi, la segretaria dem si era recata a Milano per incontrare il sindaco Beppe Sala e i vertici delle associazioni, per trattare di settore industriale e di altre questioni centrali dell’attualità italiana.
Inoltre, Schlein avrebbe convocato i vertici del partito per discutere di Medio Oriente, anche nel tentativo di costruire un’agenda di esteri che sia unitaria. Intanto, però, l’ex astro nascente del Pd non viene risparmiata dalle critiche di chi la incolpa che la crisi all’interno della coalizione sia proprio stata causata dalle sue scelte. “Non ha avuto la forza di sbattere la porta in faccia a Renzi quando si è presentato” hanno infatti dichiarato i Cinque stelle, accusando l’alleata di aver aperto uno spiraglio che potrebbe decretare la sua stessa fine.
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