A tre giorni dalla sconfitta di Andrea Orlando in Liguria, il centrosinistra si lecca le ferite e si prepara ad una nuova battaglia. Tra due settimane si torna al voto, stavolta in Emilia Romagna e in Umbria. Elly Schlein, scottata da una sconfitta che è arrivata per un “pugno di voti“, cerca di serrare le fila e di richiamare i membri della coalizione del centrosinistra a “tenere la testa bassa” ed evitare “strappi e fronde“. Il Pd può vantare il successo di essere il primo partito per consensi, con quel 28% che supera di gran lunga anche il partito di Giorgia Meloni, ma senza una coalizione solida, che riesca ad aggiungere quelle percentuali necessarie alla vittoria, questo 28% però non assume alcun valore.
Consapevole di ciò, la segretaria del Pd rilancia il suo piano “testardamente unitario” ed esorta i suoi alleati a lasciare da parte le disquisizioni per creare un fronte unito che eviti “inutili competizioni“. Insomma, Schlein sta chiedendo che si ponga fine alla storia dei veti, affinché tutti coloro che vogliono prendere parte alla coalizione siano liberi di farlo.
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La questione, però, non è così semplice. Il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra non sarebbero pronti a lasciare le loro posizioni. Italia Viva, il partito fondato e diretto da Matteo Renzi, non è ben visto nella coalizione e per ora nessuno dei due partiti è pronto a sotterrare l’ascia di guerra. Conte, Bonelli e Fratoianni non credono quindi alla teoria che vedrebbe l’assenza di un partito di centro nella coalizione come la causa della sconfitta di Orlando, per cui in vista delle Regioni in Umbria ed Emilia Romagna la loro strategia non dovrebbe cambiare.
Schlein: “Per vincere servono alleati solidi“
Elly Schlein per il momento non si è inserita direttamente nei battibecchi tra Renzi e Conte, lasciando però a quest’ultimo la possibilità di estromettere Italia Viva dalla coalizione. Una decisione che il centrosinistra potrebbe aver pagato duramente, se l’ipotesi dell’ex sindaco di Firenze potesse rivelarsi realmente vera. Purtroppo non è possibile “fare la storia con i se e con i ma“, per cui la vittoria di Bucci per ora è imputabile solamente al merito del centrodestra e non al demerito del centrosinistra.
Le parole di Schlein a seguito della sconfitta, però, lascerebbero intendere che qualcosa possa essere effettivamente cambiato. “Servono alleati solidi” ha infatti dichiarato la segretaria, sostenendo poi che la sconfitta ligure debba essere “uno stimolo per tutti“. A chi invece contesta un appiattimento sul Movimento 5 Stelle, la democratica risponde convinta: “Non ci appiattiamo su nessuno, siamo il perno dell’alternativa“.
Schlein: “Per battere le destre bisogna ambire ad allargare“
Tra due settimane, quindi, un nuovo banco di prova si aprirà davanti alle opposizioni, a cui spetterà saper cogliere l’occasione oppure lasciarla cadere nel vuoto, o nelle mani della maggioranza di governo. Schlein, in questo senso, ricorda che è arrivato il momento per il centrosinistra di allargare i suoi orizzonti. Rispondendo a Beppe Sala, che ha sottolineato l’importanza del centro per vincere, la dem rivendica che “per battere le destre bisogna ambire ad allargare“.
Nelle camere dei pentastellati, però, questo invito all’apertura non sembra essere stato accolto positivamente. “La richiesta degli alleati stabili cozza con chi non ha detto no a Renzi” dichiara infatti qualche parlamentare del M5S. Anche in Avs la situazione non è tanto differente: Angelo Bonelli ha infatti dichiarato che il “no” a Matteo Renzi è stato giusto e quindi non pregiudizievole per le elezioni. I due partiti sono convinti che per formare un’alleanza non sia d’obbligo dover rinnegare i propri principi, perché non si tratterebbe solamente di una sommatoria di voti. Conte ha infatti più volte dichiarato che se Renzi fosse stato in coalizione sarebbero stati più i voti persi che quelli guadagnati.
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