Il Pride di Budapest, in Ungheria, si è trasformato in un caso politico che ha coinvolto il governo e le opposizioni italiane. Una delegazione del centrosinistra, tra cui anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, è volata nella Nazione di Viktor Orban per prendere parte alla manifestazione e mostrare la propria critica nei confronti della politica repressiva ungherese. Il Pride in Ungheria è vietato per legge e la manifestazione di sabato avrebbe potuto significare 500 euro di multa per chi partecipa e la reclusione fino a un anno per gli organizzatori.
Nonostante le minacce, le presenze sono state 200mila, a dimostrazione che il tema dei diritti umani è sempre attuale. In un’intervista a La Repubblica, Schlein affronta proprio questo argomento, ricordando le mancanze che ancora oggi presenta il nostro Paese su tale questione. A preoccupare, però, sono le intenzioni dell’attuale governo, così come il presunto falso interesse dell’Ue, che decanta i diritti ma poi ignora quanto avviene quotidianamente in Ungheria, Paese membro dell’Unione.
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Schlein affonda duramente contro l’esecutivo Meloni, che non ha inviato alcuna delegazione a Budapest ed ha anche evitato di commentare l’impressionante presenza alla protesta. “Si tratta di un grave silenzio“, ha sostenuto la segretaria del Pd, aggiungendo che il premier ha perso un’altra occasione per difendere la democrazia e la liberà. Il volto dem sfrutta quindi la situazione per ricordare che l’Italia è solo al 35esimo posto su 41 nella classifica Ilga-Europe sulla difesa dei diritti delle persone Lgbtqia+.
Schlein: “L’Ue deve far rispettare i principi dello stato di diritto”
Secondo Schlein, quindi, sono ancora numerosi i passi che la nostra Nazione deve compiere sul campo dei diritti. Per quanto riguarda l’omosessuali, la segretaria è citato il disegno di legge Zan sull’omotransfobia, che continua ad essere bocciato dal governo perché avrebbe derive liberticide. “Che libertà difendono, quella di picchiare i gay?“, si è chiesta, aggiungendo poi la necessità di procedere con una legge Nazione che riconosca i diritti delle famiglie gay e omogenitoriali. “Non possono essere solo le corti a indicare la strada, serve una legge“, ha tuonato la segretaria.
Il tema di riflette anche sulla nuova crociata portata avanti dal Pd e dal gruppo europeo S&D contro la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. “Pretendiamo dall’Ue che faccia rispettare i trattati europei e i principi dello stato di diritto“, ha spiegato, aggiungendo che nel caso ungherese, Budapest dovrebbe non avere accesso ai fondi europei se viola i diritti fondamentali e rifiuta l’accoglienza dei richiedenti asilo.
I social democratici darebbero il loro consenso a Ursula Von der Leyen oggi? Schlein spiega che i voti della sua compagine non possono essere dati per scontati e che quello attuale è il momento di mostrare un segnale politico che dimostri che “il perimetro di riferimento non è l’estrema destra“. La segretaria ha sottolineato che le destre nazionaliste hanno “l’ossessione di cancellare le differenze“, mentre non rappresentano nemmeno l’ideale che tentano di imporre agli altri. “Fanno battaglie ideologiche contro migranti e i diritti Lgbtqia+ per coprire il fatto che tagliano la sanità pubblica e bloccano il salario minimo“, ha aggiunto durissima.
Schlein: “Il centrosinistra ha molti punti su cui costruire una convergenza”
Il Pride di Budapest è poi servito a mostrare che le opposizioni quando vogliono riescono a unirsi e a raggiungere insieme gli obiettivi che si sono posti. “Ci sono molti punti su cui costruire una convergenza“, ha spiegato Schlein, parlando di scuola pubblica, università e ricerca, politiche industriali e transizioni green ed energetiche. Il tutto, però, potrebbe essere riassunto in un unico obiettivo comune: il salario minimo.
“Abbiamo fatto una proposta che Meloni continua a ignorare“, ha dichiarato la segretaria, ricordando che il governo attuale è interessato più ad accontentare gli Usa di Trump sul piano della difesa, anche a costo di far “saltare lo stato sociale italiano“. Critiche durissime che si aggiungono a quelle riguardanti il nuovo scontro tra governo e giudici a seguito delle relazioni del Massimario della Cassazione sul dl Sicurezza e l’iniziativa dei centri in Albania. “Attaccano i giudici perché questa destra pensa di stare al di sopra della legge“, ha osservato la segretaria, dicendosi sempre più convinta di poter rappresentare un’alternativa valida alla presidenza di Giorgia Meloni.
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