La paura di diventare “il ventre molle d’Europa” avrebbe spinto il governo Meloni a stipulare il patto tra Italia e Albania per la creazione di centri d’accoglienza per migranti delocalizzati in un Paese extra europeo, lo avrebbe confermato il presidente del Senato Ignazio La Russa nel corso di un’intervista a La Repubblica, attraverso la quale si è inserito nel dibattito sulla politicizzazione dei magistrati e in generale sulla discussione che riguarda i centri di accoglienza di Shengjin e Gjiader.
Da almeno tre giorni sono questi gli argomenti principali dell’agenda politica italiana e sembrerebbe che potrebbero esserlo ancora a lungo. L’esecutivo non ha infatti intenzione di abbandonare il progetto, anche in considerazione dei costi che questo ha richiesto, e sarebbe già al lavoro per applicare una soluzione definitiva al problema. I dodici migranti non avrebbero ottenuto la convalida del trattenimento perché secondo i giudici del Tribunale di Roma i loro Paesi di origine non erano considerabili sicuri. Proprio qui, quindi, si crea il cortocircuito della questione. A chi spetta la decisione sui Paesi sicuri e non? Le teorie sono diverse, ma l’esecutivo sarebbe convinto che la scelta spetti proprio alla politica italiana.
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Così, oggi in Consiglio dei ministri verrà redatto un decreto legge che conterrà una nuova lista di Paesi sicuri che verrà utilizzata dall’Italia come discrimine per i migranti da inviare nei centri in Albania. La Russa, però, nel corso dell’intervista avrebbe anche fatto presente la necessità, dal suo punto di vista, di dover effettuare una modifica del Titolo IV della Costituzione, così “da fare più chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura“. Questa possibilità avrebbe però indispettito la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha messo in discussione le parole del Presidente del Senato.
Schlein: “La Russa mette in discussione la separazione dei poteri“
Il volto dei democratici, nel corso di un intervento nella trasmissione Agorà su Rai 3, ha voluto commentare le parole del Presidente del Senato. La Russa avrebbe infatti sottolineato che al momento la divisione dei poteri in Italia non è chiara e di conseguenza non è efficace e funzionale, il che farebbe presupporre la necessità di una modifica della Costituzione che renda questi elementi più chiari e fruibili. Una possibilità che invece per Schlein rappresenta un vero e proprio attacco al sistema Paese.
La segretaria del Pd ha infatti ricordato come già nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Carlo Nordio abbia pronunciato frasi preoccupanti e soprattutto non coerenti con il ruolo da lui rivestiti, mentre oggi a preoccupare è la posizione del Presidente del Senato. “Chi va oltre le prerogative è il governo stesso” tuona Schlein, sostenendo appunto che vi sarebbero personaggi che vorrebbero “rimettere mano alla Costituzione per cancellare il principio di separazione dei poteri” e sottolineando che sia piuttosto “grave” che tra questi sia presente anche il Presidente del Senato.
La Russa: “La destra vuole rispetto per le prerogative della politica“
Ignazio La Russa ha poi proseguito la sua intervista, chiarendo che al momento non esiste alcun tipo di scontro diretto tra politica e magistratura perché al momento l’unica richiesta della destra è che “vi sia rispetto per le prerogative della politica“, così che il principio di separazione dei poteri sia realmente rispettato. In questo senso, La Russa ha poi voluto spiegare che il problema non riguarda tutta la magistratura o tutta la politica, perché ci sono “magistrati che vanno oltre, dando la sensazione di agire con motivazioni politiche e ci sono d’altro canto politici che hanno il dente avvelenato con i giudici“.
La Russa ha quindi sottolineato che al momento non è in discussione il rispetto della destra nei confronti della magistratura, anche se a volte vi sono dei momenti in cui qualcuno si allontana dalla linea dettata dall’alto. “La frase di Salvini sui giudici che devono pagare se un immigrato stupra una donna non mi è piaciuta” dice infatti il Presidente, per poi però chiarire che in fin dei conti la realtà darebbe ragione al leader della Lega: “Statisticamente è proprio come dice Salvini, spesso sono senza fissa dimora e lavoro, la loro cultura considera in un altro modo le donne, per questo è più probabile che commettano crimini“.
Tornando poi alla decisione dell’esecutivo di aggirare la decisione della Corte Ue con un decreto legge, La Russa ha dichiarato che tale decisione non rappresenta in alcun modo uno strappo con il Quirinale, perché questo sarebbe uno strumento previsto dalla Costituzione e in quanto tale “non vi sono campi per cui vale o per cui non vale“. Quindi, al momento l’unica certezza è che il governo dovrà comprendere se è opportuno procedere con un decreto e poi il Presidente valuterà se ci siano “quei requisiti previsti dalla legge“.
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