“Per me l’unità sindacale è un grande valore, i rapporti unitari sono importanti“, così il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra si esprime a Skytg24 rivolto ai sindacati Cgil e Uil. “Ritroviamo un percorso unitario per esempio sostenendo insieme e sfidando il governo su un nuovo patto sociale in Europa, – continua Sbarra – affrontiamo il tema della partecipazione, e discutiamo su questo, facendo prevalere le ragioni del dialogo e del confronto che non esclude il conflitto”.
Il sindacalista ha perciò tenuto a mantenere e definire una propria linea da condividere con gli altri sindacati nazionali dopo lo sciopero del 29 novembre. Di conseguenza, Sbarra sottolinea la necessità di comprendere se “questo percorso di unità sindacale” lo si potrà fondare “sulla protesta o invece, come la Cisl ritiene, su i contenuti, sulle strategie, sulla visione, sul modello sindacale“. Difatti, parlando a rappresentanza Cisl, il Segretario Generale sostiene che “nella modernità e nella transizione, oggi il modello sindacale che serve al Paese non può che essere attestato sul terreno del pragmatismo della responsabilità, della contrattazione, della partecipazione, dell’autonomia della politica“.
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“Tavares non ha mai creduto nelle relazioni sindacali“
In riferimento alle dimissioni del CEO di Stellantis, Carlos Tavares, Sbarra si è duramente espresso ritenendo che l’ex ad “non ha mai creduto nelle relazioni sindacali” ed “ha delocalizzato tanta produzione dall’Italia ad altri Paesi“, tagliando l’occupazione e frenando così gli investimenti soprattutto nell’ambito dell’innovazione. Motivo per cui il leader della Cisl ritiene che Tavares sia stato “un manager che, in questi anni, ha invertito completamente la rotta lungimirante di Marchionne”.
Una notizia, quella delle dimissioni dell’ormai ex ad di Stellantis, che “non addolora” i sindacati, in quanto “è arrivato a sfidare lo Stato sul tema degli incentivi e non ci mancherà”, aggiunge ancora Sbarra ospite alla trasmissione “Start” di Sky Tg24. A questo punto però, secondo il sindacalista, queste dimissioni “devono determinare una svolta” verso “un serio e credibile piano industriale sull’automotive nel nostro Paese, assegnando nuovi modelli, rilanciando gli investimenti, confermando la Gigafactory di Termoli e salvaguardando tutti i posti di lavoro“.
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