Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha annunciato le sue dimissioni con una lettera inviata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al suo posto, Alessandro Giuli, giornalista e attuale direttore del museo MAXXI di Roma. In un testo che riflette tensioni personali e politiche, Sangiuliano ha espresso la sua decisione irrevocabile di lasciare l’incarico a causa delle pressioni mediatiche e delle accuse ricevute nelle ultime settimane.
“Caro Presidente, cara Giorgia,” inizia la lettera, “dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura”.
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Sangiuliano ha riconosciuto il sostegno ricevuto dalla Meloni, che in passato aveva respinto richieste di dimissioni, e ha ribadito l’affetto reciproco. Tuttavia, ha dichiarato di sentire l’esigenza di fare un passo indietro per il bene delle istituzioni e per poter difendere la sua onorabilità.
Il Ministro ha poi elencato i principali successi ottenuti durante il suo mandato, tra cui l’incremento del 22% dei visitatori nei musei e del 33% degli incassi, oltre a importanti progetti culturali come la riapertura di Palazzo Citterio a Milano e il rilancio di grandi progetti a Napoli e Venezia. Ha sottolineato l’importanza delle mostre storiche organizzate su figure trascurate dalla sinistra per ragioni ideologiche, rivendicando il suo impegno nella revisione del sistema dei contributi al cinema, una scelta che, ha ammesso, gli ha attirato molte inimicizie.
“Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip”, ha aggiunto, riferendosi alle accuse che lo hanno travolto negli ultimi giorni. Sangiuliano ha annunciato di voler presentare un esposto alla Procura della Repubblica, per difendere la propria onorabilità e dimostrare la sua trasparenza nella gestione dei fondi del ministero.
“Mai un euro del ministero è stato speso per attività improprie”, ha concluso il Ministro, promettendo di andare fino in fondo per smascherare eventuali interessi dietro le accuse ricevute e di agire legalmente contro chi ha diffuso false notizie.
La decisione di Sangiuliano segna un momento di riflessione per il Governo, che perde un Ministro chiave proprio in un settore strategico come quello culturale, ma allo stesso tempo apre un nuovo capitolo nelle polemiche politiche degli ultimi tempi.
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