In arrivo a Palermo, il 20 dicembre, la sentenza del processo relativo al caso Open Arms, che vede imputato Matteo Salvini per aver impedito nel 2019 lo sbarco di 147 persone, fra cui diversi minori. Le accuse sono di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio: i superstiti salvati nel corso di tre operazioni dalla Ong Open Arms sono rimasti per 19 giorni in mare.
Nell’intervista a Il Giornale, il ministro ha dichiarato di non essere preoccupato degli esiti del processo, che si protrae ormai da tre anni, per un totale di 24 udienze con 45 testimoni internazionali. “La verità”, ha detto Salvini, “è che siamo di fronte a un attacco politico, una vendetta della sinistra che ha deciso di mandarmi a processo per eliminare la Lega per via giudiziaria anziché elettorale. Imbarazzanti i ‘vuoti di memoria’ di Conte e Toninelli“.
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Salvini, la condanna sarebbe “una pessima notizia per il Paese e motivo di festa per i trafficanti”
“Voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, afferma il Vicepresidente, che si dice fiducioso per quanto riguarda l’esito del processo. E aggiunge che, se non dovesse andare a buon fine, “sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell’Italia“. Un’assoluzione rappresenterebbe invece la conferma che “la difesa della patria è un sacro dovere“.
Salvini rimane convinto di aver agito in nome del bene dell’Italia, e alla domanda se la sua linea intransigente sulla questione immigrazione abbia portato a risultati positivi risponde: “Rifarei tutto, i risultati che ottenemmo in solo un anno furono eccezionali e senza precedenti. Solo rispetto all’immigrazione: -79,6% di sbarchi, -95% di morti in mare, -55% dispersi in mare“
Salvini, “Lega e tutti gli alleati saranno al mio fianco”
“Non è un processo a Salvini, è un processo all’Italia“. Questo il commento del Vicepremier del governo Meloni, che si dice sicuro che non solo la Lega, ma anche Fratelli d’Italia e Forza Italia, nonostante i conflitti, lo supporteranno in questo momento delicato.
I messaggi di vicinanza arrivano, dice Salvini, non solo dai militanti della Lega, ma anche di diversi cittadini che “stanno dimostrando il loro appoggio” all’imputato. Qualunque sarà il risultato, è chiaro che quella del 20 dicembre sarà una sentenza storica, specie in un momento in cui il tema migrazioni ed emergenze umanitarie si pone in tutta la sua urgenza.
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