Salvini prepara il contro attacco: “Se condannato, faremo battaglia politica”

"Io amo ricordare l'articolo 52 della Costituzione. La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. L'ho fatto e lo rifarei" ha scritto Salvini nell'aggiunta al suo libro "Controvento" dichiarando di essere pronto ad affrontare le decisione della magistratura

Redazione
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Sei anni di carcere, è questa la richiesta dell’accusa nei confronti del vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms. I reati imputati all’ex ministro dell’Interno sono sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per non aver permesso lo sbarco di centinaia di migranti a Lampedusa nel 2019. Una scelta di cui Matteo Salvini non si pente, come ha dichiarato lui stesso, e che sarebbe pronto a compiere di nuovo per proteggere la sua Nazione. Sono passati ormai due giorni dalla requisitoria dell’accusa nel tribunale di Palermo e il vicepremier leghista sembra aver ripreso le sue forze.

I messaggi di vicinanza da parte dei colleghi del centrodestra, in particolare quelli del premier Meloni, del vicepremier Tajani e del ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, sono stati fondamentali affinché il leader della Lega non si sentisse abbandonato e condannato al suo destino. Salvini, infatti, non esclude che questo processo possa concludersi in una condanna, anche se specifica che in casi simili in passato è sempre giunta l’assoluzione, e annuncia quindi una movimentazione politica che segua la decisione dei giudici.

Intanto, il progetto politico di Matteo Salvini non si ferma. Ieri il leader leghista ha annunciato che a novembre si svolgerà il congresso della Lega lombarda. Sembrerebbe giunto il momento di rimettere mano al partito anche per evitare nuovi scontri e unire maggiormente gli esponenti, soprattutto coloro che non vedono più in Salvini un leader adatto per la Lega. Questo congresso potrebbe anche essere l’anticipo di un incontro federale, che Salvini potrebbe annunciare oggi nel corso del Consiglio nazionale, che si svolgerà a Roma.

Salvini: Io ormai sono un politico alla sbarra

Il ministro dei Trasporti ha già preparato un nuovo capitolo del suo libro Controvento, dedicato proprio alla vicenda Open Arms, dal titolo più che suggestivo: “Processo a un italiano“. Un’aggiunta in cui il leader leghista tenta di spiegare i retroscena dello sbarco ritardato dei migranti a bordo della Ong spagnola e in cui chiarisce la sua posizione e soprattutto la sua innocenza. “Io amo ricordare l’articolo 52 della Costituzione. La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. L’ho fatto e lo rifarei” scrive Salvini, portando avanti una tesi più volte ripetuta.

Il rifiuto di far sbarcare i migranti a bordo della Open Arms, secondo Salvini sarebbe rientrato nella volontà di rispettare la promessa fatta agli italiani, ovvero quella per cui il governo giallo-verde avrebbe diminuito il numero degli sbarchi. Salvini nel libro spiega come i numeri del suo ministero, rispetto a quelli delle reggenze della sinistra, sono incisivamente più bassi. Per questo, quindi, il processo sarebbe una sorta di vendetta o di ricatto per allontanare il leghista dalla politica.

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

Salvini, inoltre, all’interno del capitolo insinua che la Ong spagnola potesse avere degli accordi con gli scafisti affinché i migranti fossero portati in Italia. “Il 14 agosto del 2019 la nave Open Arms, con 164 migranti a bordo, si posiziona davanti al porto di Lampedusa dopo aver bruciato intere giornate nel bel mezzo del Mediterraneo, rifiutando ogni soluzione alternativa – spiega Salvini –Niente Tunisia, no a Malta, mai in Spagna. Solo in Italia!. Il leader della Lega poi chiarisce che i dipendenti di Open Arms non hanno mai chiarito perché sia stato cancellato il diario di bordo e perché la nave si sia diretta a largo della Libia senza annunciarlo alle autorità.

Le reazioni della politica

Il processo Open Arms ha riaperto il delicato capitolo della collusione tra politica e Giustizia, riaccendendo la necessità di una discussione riguardante la riforma della Giustizia. Matteo Salvini ha indetto per oggi pomeriggio un Consiglio nazionale che abbia al centro questa vicenda, ovvero “le iniziative della Lega per difendere la Democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini messi a rischio da una sinistra anti-italiana che usa i Tribunali per le sue vendette politiche“.

Insomma, il clima non sarebbe dei migliori e lo dimostrerebbero anche gli attacchi giunti al premier Meloni subito dopo la sua strenua difesa di Matteo Salvini. In difesa del presidente del Consiglio è giunto Ignazio La Russa, che ha dichiarato: “La premier non attacca i giudici, ma i magistrati e non è una questione di lana caprina“. Intanto dalle opposizioni si è invece sollevato un coro di sdegno riguardante il video di Matteo Salvini, della durata di oltre tre minuti, che è stato interamente trasmesso da RaiNews. “Evidentemente si tratta di un governo a cui la libertà di stampa non piace, però è un principio costituzionale” ha affermato duramente Elly Schlein.

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