Ci sono nuovi sviluppi in merito al ritiro degli emendamenti Salva-Milano dal decreto Casa. Le associazioni di categoria, dai costruttori agli architetti, sono indispettiti. Assimpredil, l’organizzazione che raggruppa gli imprenditori edili, indica tutto il suo disappunto in una nota: “È urgente avere un quadro normativo chiaro e definito per Milano e per tutta l’Italia. Ci auguriamo che si trovi in tempi rapidi la soluzione per superare lo stallo che sta bloccando tutta la filiera dell’edilizia“.
A fare rabbia alle organizzazioni è la mancata promessa del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che si era detto certo del poter risolvere tramite norme ad hoc la questione: “Il Salva-Milano? Troverà spazio in altre norme se saranno tutti d’accordo. Io non impongo nulla. Quando troveranno un accordo me lo diranno e li ascolterò“.
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Salva-Milano: l’attacco dei rappresentanti di categoria
Il presidente dell’Ordine degli architetti di Milano, Federico Aldini, attacca: “Chiediamo certezza su questa attività legislativa e l’impegno del Governo a portare avanti questo provvedimento attesissimo per mettere fine all’incertezza che blocca, rallenta e rigetta molti progetti di sviluppo immobiliare e rigenerazione della città di Milano. Non è più rinviabile la norma che faceva chiarezza sulle procedure, perché come architetti, in questa situazione di grande confusione normativa non siamo in grado di svolgere il ruolo di tutela del “pubblico interesse““.
Da Fratelli d’Italia arriva la replica “sulla norma Salva-Milano sono stati presentati a firma di FdI ben tre emendamenti a dimostrazione della volontà di risolvere, quanto prima, le criticità strutturali in cui versa la città“. Il consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi chiarisce: “Il condono edilizio non c’è in alcun punto del programma con cui nel 2021 ci siamo presentati agli elettori. Passare in due anni dalla “ maggioranza green” alla “maggioranza del condono “ è urticante. I problemi dell’urbanistica si risolvono iniziando subito la discussione del nuovo Pgt. Serve un confronto positivo e leale della maggioranza in Comune che rispetti le varie posizioni“. Le associazioni dovranno quindi aspettare nuovi sviluppi dall’esecutivo italiano nell’applicazione e la salvaguardia della norma.
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