“È passato in Commissione Ambiente alla Camera l’emendamento al decreto Salva-casa che supera una legge in piedi dal 1975“, con queste parole Matteo Salvini, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha annunciato il via libera al decreto legge Salva Casa, che domani giungerà in aula a Montecitorio. Un successo per il vicepremier leghista che ha fatto delle tolleranze costruttive unno dei baluardi della sua campagna elettorale. Il decreto, quindi, prevede la modifica delle norme che consentono di stabilire se un’abitazione risponde ai requisiti igienico sanitari.
Sarà dunque possibile abitare casa con un’altezza di 2,40 metri e con una superficie di 28 metri quadri per due persone e di 20 metri quadri per una, permettendo secondo Salvini di poter mettere sul mercato immobiliare molte più abitazioni e di sfruttare al meglio lo spazio in città. La modifica, quindi, va ad intaccare una norma di quasi 50 anni fa che secondo la Lega era ormai divenuta vetusta e non più adatta alle necessità della popolazione.
Non sono mancate le critiche dell’opposizione, che ritiene il decreto deleterio e soprattutto inutile. La modifica dell’abitabilità, secondo il loro punto di vista, non risolverà il problema del mercato immobiliare italiano. “Salvini sdogana la “casetta dei setti nani” e decide di ridurre le dimensioni minime per l’abitabilità dei monolocali a 20 metri quadri – ha sostenuto la dem Chiara Braga – E intanto riduce anche l’altezza minima dei locali abitabili. Una scelta scellerata che aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e sempre più costosi“.
Dl Salva Casa: “Un’altra promessa mantenuta“
Nonostante le accuse dell’opposizione, il successo del decreto legge Salva Casa ha reso più che soddisfatto Salvini, che ha evidenziato come il decreto “consenta l’abitabilità anche per mini-case, mettendo sul mercato molti immobili e permetta la riduzione del consumo del suolo, rispondendo anche alle necessità di studenti e lavoratori“. Salvini ha dichiarato che il Salva Casa è un’altra promessa mantenuta del governo e della Lega, che continuano quindi a portare avanti con successo i propri obiettivi.
“Grazie a un nostro emendamento al Salva casa si supera l’annoso problema della doppia conformità edilizia le cui pratiche intasano gli uffici comunali di tutta Italia” hanno invece sostenuto i deputati della Lega in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti. “Con la Lega si sblocca il mercato immobiliare e si liberano i Comuni da pratiche annose, bloccate da inutile burocrazia2 hanno aggiunto, sottolineando come il decreto riguardi non solo le difformità parziali ma anche quelle sostanziali.
Tolleranze costruttive fino al 6%
Il decreto Salva Casa, inoltre, innalza il tetto delle tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato, fino al 6% per i miniappartamenti con superficie inferiore ai 60 metri quadrati. Secondo il testo del Salva Casa, gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro i limiti del 6% delle misure previste nel titolo abilitativo.
Queste tolleranze, quindi, vanno ad aggiungersi a quelle già contenute nell’emendamento: tolleranza fino al 2% per le unite immobiliari con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati, fino al 3% tra i 300 e i 500 metri quadrati, fino al 4% tra i 100 e i 300 metri quadrati e fino al 5% fino ai 100 metri quadrati.
Sarà inoltre consentito il recupero dei sottotetti al fine di “incentivare l’ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo“, sempre nei limiti e secondo le procedure previste dalla legge Regionale, anche “quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini“. La nuova norma infatti prevede che il recupero è consentito “a condizione che siano rispettati i limiti di distanza vigenti all’epoca della realizzazione dell’edificio, che non siano apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all’area del sottotetto come delimitata dalle pareti perimetrali e che sia rispettata l’altezza massima dell’edificio assentita dal titolo che ha previsto la costruzione del medesimo“.
Non approvato il “Salva Milano”
La sanatoria voluta dal partito di Matteo Salvini doveva inizialmente prevedere anche il cosiddetto “Salva Milano“, ovvero il decreto sulle autorizzazioni edilizie per i grattacieli e per gli altri edifici finiti al centro di inchieste della Procura a causa di presunti abusi. Una norma contestata fin dall’inizio, anche da urbanisti e giuristi che avevano sottoscritto un appello al legislatore per evitare un “precedente normativo grave“. La proposta, dunque, non ha superato l’esame in Commissione Ambiente alla Camera ed è stata dunque eliminata dal decreto.
Sulla questione si è espresso il vicecapogruppo M5S alla Camera, Agostino Santillo, che ha definito il “Salva Casa” uno “scempio” e si è detto soddisfatto della sua mancata approvazione. “Non è da paese civile cambiare le norme di riferimento per disinnescare dei procedimenti giudiziari. Continueremo a tenere gli occhi aperti, perché l’asse Salvini-Sala può ricrearsi in qualsiasi momento -ha dichiarato Santillo – A Milano le regole urbanistiche devono valere come per il resto d’Italia: non si può elevare a prassi la speculazione edilizia. Anche all’insolenza c’è un limite“.
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