“Non farò mai i nomi di chi nel centrodestra mi ha salvato“, ha dichiarato Ilaria Salis in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, poche ore dopo il voto della plenaria di Strasburgo che ha confermato la sua immunità parlamentare. L’eurodeputata si è salvata per un solo voto di scarto. Sono stati 305 i voti contrari e 306 quelli a favore. A creare un certo subbuglio, però, vi è la consapevolezza che qualche franco tiratore del centrodestra ha deciso di scostarsi dalla linea del proprio partito per votare a favore di Salis.
Una supposizione che in Italia è stata resa pubblica dal leader della Lega, Matteo Salvini. “Col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di ‘centrodestra’ ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!“, ha scritto sui suoi social il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, provocando la dura risposta di Antonio Tajani. “Le calunnie noi non le accettiamo, gli
insulti non li accettiamo, non c’è nessuno che tradisce e nessuno che fa giochi strani“, ha risposto infatti il vicepremier forzista, gelando il suo collega.
Leggi Anche
La questione, quindi, gira tutta intorno al voto alla plenaria. Ilaria Salis è stata sottoposta a votazione per chiarire se fosse necessaria o no la revoca della sua immunità parlamentare, come richiesto dalle stesse autorità ungheresi lo scorso 10 ottobre 2024. L’eurodeputata è infatti al centro di un procedimento giudiziario in Ungheria per una presunta violenza a danno di manifestanti di estrema destra. Dopo aver passato 15 mesi in carcere, Salis è stata eletta all’Europarlamento tra le file di Alleanza Verdi e Sinistra, ottenendo così l’immunità parlamentare che sospende per il momento il procedimento.
Ilaria Salis, i sospetti sui franchi tiratori
Il voto alla plenaria ha però dato il via ad una sorta di caccia all’uomo per comprendere chi siano i franchi tiratori che hanno permesso ad Ilaria Salis di salvarsi. Intanto, l’eurodeputata esprime al Corriere della Sera i suoi pensieri sulle parole del leader della Lega. “Vorrebbero vedermi marcire in Ungheria. Sono fascisti. Mentre la democrazia è antifascista“, ha tuonato, spiegando di credere che il Carroccio potrebbe anche non essere d’accordo con un processo in Italia. “I veri traditori sono loro, che consegnerebbero una loro concittadina a un regime autoritario“, ha concluso.
Ora, però, le riflessioni si concentrano tutte sui possibili franchi tiratori del centrodestra. Innanzitutto, viene chiarito che a contare sono state soprattutto le assenze. In questo modo, infatti, è stato possibile far scendere il quorum e permettere di evitare la revoca. In teoria, a votare contro l’immunità dell’eurodeputata sarebbe dovuti essere in 378, ovvero l’insieme di Ppe, Patrioti, Conservatori, sovranisti di Esn. I gruppi a favore sarebbero stati invece quattro, ovvero Socialisti, Renew, Verdi, The Left, per un totale di 312 voti.
Il risultato, quindi, dimostra che gli equilibri delle coalizioni si sono modificati appositamente per il voto. I franchi tiratori, secondo molti, sarebbero eurodeputati del Ppe provenienti da Polonia, Romania e Ungheria. Si tratta di persone per cui l’immunità di Salis rappresentava la possibilità di evitare che un collega finisse nelle mani del loro avversario politico numero 1, ovvero Viktor Orban.
© Riproduzione riservata


